Il principio del Self Carriage

Martedì, 29 Gennaio 2008 ore 18 e 38 Scritto da Alessandro Brollo

Quando il cavallo mantiene autonomamente il suo ritmo, il suo tempo, la lunghezza dell'andatura.

Il Cavallo deve lavorare a terra e montato libero da qualsiasi pressione costante di redine o di gamba,  altrimenti Diventerà insensibile agli Aiuti. A prima vista, il concetto del self-carriage sembra abbastanza semplice. Significa che il cavallo deve mantenere da sé il suo ritmo, il suo tempo, la direzione, il profilo, il contato di redine e di gamba e l'impulso. Implica quindi che il cavallo non dovrebbe occasionalmente o costantemente  accelerare, rallentare, alzare o abbassare la testa, allungare o accorciare il collo, sfuggire dalla gamba del cavaliere o cadere su un anteriore. Il fatto che il cavallo sia veramente in self-carriage non significa che mantenga solo il suo profilo, come la maggior parte dei cavalieri pensano. né  significa che il cavaliere debba continuamente mantenere nel cavallo tutte le qualità del movimento richieste - è il cavallo che dev'essere addestrato a mantenerle da solo. La conservazione autonoma della risposta del cavallo agli aiuti è una caratteristica nota da secoli ed è centrale nell'equitazione classica ed accademica. Soprattutto, è centrale nel benessere mentale del cavallo. Nel dressage dei nostri giorni tende a essere un sogno più che la realtà,
    perché c'è poco accordo sulla leggerezza e sulla misura nella quale il cavallo dovrebbe restare in self-carriage. Tuttavia il self-carriage è fondamentale per prestazioni di successo nella maggior parte delle discipline equestri. Anche nella corsa, particolarmente sulle distanze maggiori, è sempre meglio che il cavallo mantenga autonomamente la sua velocità e la sua direzione piuttosto che avvenga un costante lotta per il controllo della velocità di crociera o di essere costantemente tirato con una redine.
    Contatto
    La cosa in cui il dressage differisce da quasi tutte le altre pratiche equestri è il contatto costante delle mani e delle gambe con la bocca e il corpo del cavallo. Questo contatto è necessario per mantenere un canale di comunicazione diretto per piccoli cambiamento nella mobilità, e ha un effetto rilassante, se insegnato correttamente, perché le redini e le gambe non vengono applicate improvvisamente con un Attacco a sorpresa. Piuttosto, il flusso dei segnali permette che i movimenti si realizzino all'interno del naturale ritmo dell'andatura quadrupede dell'animale,  e iniziano sempre con un leggero aumento della pressione (l'aiuto leggero).
    Quanto è troppo?
    Quanto contatto è troppo? Per esplorare questo punto abbiamo bisogno di vederlo dal punto di vista del cavallo. La bocca è un organo molto sensibile, e lo è ancora di più in un brucatore selettivo come il cavallo. Siccome gli aiuti di redini e di gamba sono imparate in un modo completamente diverso dagli aiuti di Assetto e di peso (i primi attraverso il Rinforzo negativo, e i secondi mediante Condizionamento classico), per ragioni molto importanti è critico che il processo di rinforzo negativo, o meccanismo pressione-rilascio, sia imparato correttamente prima di ogni altra cosa. Non è un problema che brevi momenti di pressione più forte vengano utilizzati nelle prime fasi dell'addestramento alla risposta alle redini e alle gambe, ma è critico che  queste vengano rilasciate istantaneamente quando il cavallo fornisce la risposta giusta.  Questi processi di pressione-rilascio sono centrali nell'addestramento al self-carriage. Tuttavia, se durante l'addestramento si commettono errori e si permette al cavallo di sopportare troppo a lungo un contatto più forte, o se un  contatto di redini e di gambe troppo forte viene mantenuto contemporaneamente, entrambi smettono di funzionare e il cavallo viene lasciato in uno stato di dolore persistente causato dal Morso e dalle gambe (speroni)
    Comportamento conflittuale
    Negli animali il dolore costante, contrariamente a una modesta scomodità, non è mai tollerato senza che si debba pagare un prezzo nel comportamento del cavallo, nel suo benessere mentale o perfino nella sua fisiologia. Il cavallo comincia ad esprimere quello che è noto come comportamento conflittuale. Nel breve periodo il cavallo pò manifestare tensione e/o mostrare comportamenti difensivi come impennarsi e sgroppare. Può cominciare a scartare o a mostrare un altro comportamento che il cavaliere erroneamente interpretano come dispettoso. Tuttavia quando il dolore è cronico, la salute del cavallo subisce dei seri Attacchi. Il sistema digestivo  del cavallo può essere compromesso e ulcere e coliche sono più comuni nei cavalli sportivi che in quelli da passeggiata. Capiamo raramente che il prezzo del dolore costante può essere espresso in comportamenti attuati completamente al di fuori dal contesto originario. Il cavallo può cominciare a d andare avanti e indietro lungo il suo recinto (un tentativo di sfuggire alla situazione stressante) o a mostrare ansietà da separazione (manifestando insicurezza). Può perfino auto-mutilarsi mordendosi i fianchi o le spalle o può mordere oggetti. Tutto  ciò avviene perché il cavallo è "preoccupato"del suo addestramento a un livello più profondo della sua coscienza.
    Gestire il dolore
    Negli animali c'è sempre una "zona grigia" dove il fastidio si trasforma in dolore crescente. Nelle prime fasi dell'addestramento, il contatto è leggermente fastidioso ma presto il cavallo si abitua alla sensazione del morso in bocca e alle gambe del cavaliere ai suoi fianchi. Non ci sono conseguenze negative per il benessere nell'accettare un contatto che abbia il livello di pressione corretto. Lo stesso vale per la pressione del Sottopancia - il cavallo presto non ci bada più. Il dolore è una cosa completamente diversa e non è possibile farci l'abitudine senza uno stress persistente. Questo stato è noto come "disperazione appresa" e ricerche dimostrano che gli animali che ne soffrono si chiudono in se stessi. Rinunciano a tentare di dare nuove risposte nell'addestramento. I cavalli che sono sottoposti a pressione costante in bocca da morsi severi, o quelli che subiscono l'azione insistente degli speroni, sono in un evidente stato di disperazione appresa. Nell'addestramento, quindi, è di vitale importanza che i cavalli non si aspettino di essere usati sentendo dolore. Il contatto di redini e di gambe (compresi gli speroni) dovrebbe essere definito sempre come più basso della soglia di dolore dell'animale.
    È ben vero che quello che un animale avverte come dolore può essere sentito come un modesto fastidio da un altro - fra gli animali ci sono differenze a seconda della loro sensibilità. Tuttavia le differenze non sono così ampie come la maggior parte delle persone potrebbe immaginare. Qualsiasi cavallo che sopporta un dolore cronico con ogni probabilità esprimerà qualche disfunzione nel suo pattern comportamentale, in relazione all'aumentato livello di ansietà. Per questa ragione va insegnato ai giudici di essere estremamente consapevoli dei segni di ansietà come l'agitare la coda e il digrignare dei Denti. Sono doverose delle precise deduzioni dalle perdite di rilassamento. Dobbiamo renderci conto che man mano che il dressage si evolve (e al giorno d'oggi il movimento è premiato più dell'addestramento), non dobbiamo diventare sempre più ciechi e tolleranti nei confronti della tensione dell'animale. In effetti i codici di condotta della FEI esplicitamente citano il fatto che il benessere dell'animale è irrinunciabile. Code che si muovono morbidamente, orecchie mobili e attente e scioltezza fisica sono chiari segni di rilassamento.
    Quanto peso?
    Quindi, quando un contatto diventa doloroso? Ci sono pochi dati quantitativi sulla misura della pressione delle redini che il cavallo sopporta durante il lavoro montato, e meno ancora sulla pressione delle gambe o degli speroni. Per analizzare questo problema gli scienziati delle università equestri di tutto il mondo  stanno sviluppando dei misuratori di tensione. Il buon senso tuttavia suggerisce che il contatto di mano  ideale è quello in cui il morso tocca le labbra e la lingua del cavallo e forse comunica leggermente con la pelle che copre la mandibola (di certo non con la stessa mandibola). Questo comporta un peso che corrisponde alla sensazione del peso delle redini, attorno ai 200 grammi, peso delle redini compreso. Qualsiasi ulteriore pressione costituisce l'inizio di un aiuto e, quando viene applicato in modo costante, il cavallo perde qualcosa della risposta a quell'aiuto di gamba o di mano. La domanda di quanto peso costituisca un corretto contatto di redine dev'essere stabilito nel dressage. Il punto di vista francese (e barocco) sulla leggerezza deriva dal principi accademici dell'equitazione del XVIII secolo e alcuni ricercatori, il Professor Frank Ödberg e il Dott. Marie-France Bouissou, commentando l'alto tasso di perdita dei cavalli sportivi,  hanno invocato un ritorno a tali principi a causa della scomparsa della leggerezza. Non c'è semplicemente alcuna base per opporsi a questa opinione che è di grande valore.

    Incappucciamento
    Un altro aspetto problematico del contatto riguarda la tendenza di molti cavalli ad incappucciarsi perché sentono il dolore da morso così insopportabile, e tuttavia restano leggeri. I cavalieri sono indotti a pensare che non ci siano problemi nel contatto, visto che il cavallo  è leggero. L'incappucciamento è un problema particolarmente rilevante nel dressage, che coinvolge insieme i giudici e gli addestratori. Quando il collo viene accorciato per evitare il dolore da morso, anche il collo patisce dolore - il collo si piega ad angolo o"si rompe" nell'articolazione C3. Il punto di rottura può essere così acuto che il collo perde la sua curvatura morbida e invece presenta una sporgenza. La criniera, quando il cavallo piega il collo, può improvvisamente restare pizzicata da una parte. Nella stessa articolazione C3, si verificano alterazioni ossee e il dolore frequentemente diventa cronico.
    La lunghezza corretta del collo può essere facilmente stabilita anche a avanzati livelli di Riunione: la distanza fra le mani del cavaliere ed il morso non dev'essere mai inferiore a quella fra le mani e le orecchie. L'entità corretta del contatto è importante anche per mantenere la chiarezza degli aiuti e delle risposte. Questa chiarezza è anche essenziale per il benessere mentale del cavallo. Se pensate al contatto come uno stimolo neutro, qualsiasi cosa oltre quel limite è un aiuto. Se il contatto è eccessivamente irregolare o sconfina eccessivamente nel livello normalmente utilizzato come aiuto, allora il cavallo comincia a mostrare comportamento conflittuale. Perciò, quando gli aiuti di redine e di gamba sono incostanti o vengono applicati insieme, il cavallo non solo diventa confuso, ma i segnali di fermata e di avanzamento diventano meno efficaci. Questo è il motivo per cui, per tenerli ben chiari al cavallo, i segnali di redine e di gamba non dovrebbero essere usati per risposte che non comprendono il loro scopo originale - ossia la  decelerazione e l'accelerazione.

    Non ci sono cavalli dispettosi, ma solo cavalli confusi
    Con i miei articoli su questa rivista ho cervato di convincere i lettori che non ci sono cavalli dispettosi, cattivi, maliziosi o carogne. Nessuno. Ci sono solo cavalli con vari livelli di confusione. Naturalmente la genetica determina la diversa  attitudine all'addestramento, ma il risultato finale dipende unicamente da voi. Abbiamo una grande responsabilità nell'usare animali in attività sportive  per nostra gratificazione personale, e come minimo dobbiamo applicare al loro comportamento il principio "innocente fino a  che non sia riconosciuto colpevole". Dobbiamo anche accettare l'idea che potrebbe essere che talvolta noi stessi abbiamo insegnato la risposta sbagliata. Noi tutti facciamo del nostro meglio, ma caricare il cavallo della responsabilità del suo comportamento ci mette sulla strada sbagliata per quanto riguarda il modo di risolvere i problemi. L'argomento del "rispetto" è stato portato di gran lunga troppo oltre. Il cavallo che vi cammina sopra non lo fa perché e dominante (a suo tempo la pensavo in modo diverso) o perché irrispettoso. Semplicemente mostra che non è stato addestrato a procedere diritto, e che non è in grado di stare fermo. Pensare in termini di "rispetto" non solo è scientificamente scorretto (della ventina di etologi equini che conosco nel mondo, nessuno sostiene questo concetto) ma incoraggia anche delle misure correttive e punitive che sono del tutto fuori luogo vista l'origine del problema.
    È un Passo avanti il fatto che l'Australia abbia adottato in alcune prove di dressage dei test di self-carriage attraverso il rilascio delle redini da parte del cavaliere per un paio di falcate. In effetti ad ogni livello e durante ogni movimento si dovrebbe poter rilasciare redini e gambe per un paio di falcate. Il self-carriage è come la pace: non potete averne un po' - o ce l'avete, o non ce l'avete. Affrontare il vero significato del self-carriage è il principale problema che i giudici, gli addestratori e i cavalieri hanno davanti. L'obiettivo è alto: un miglioramento della salute fisica e psichica del cavallo, una quantità molto inferiore di problemi comportamentali e un miglioramento della sicurezza del cavaliere.

Articolo pubblicato su The Horse Magazine, Gennaio 2005 - Autore: Andrew Mc Lean.

Letto: 7472 | Stampato: 0 | Voti: 0 (0 tot.)
Stampa.Inserisci il tuo giudizio.Inserisci il tuo commento.Segnala questa pagina a un amico.Segnala un Errore.

Messaggio di informazione: Non sono presenti commenti, se desideri inserirne uno clicca qui


Log in

Oppure iscriviti gratuitamente.

Ads

News


Cavallo e Natura di Ottobre Cavallo e Natura