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 Che differenza fra uomo e animali? 
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Messaggio Che differenza fra uomo e animali?
In uno struggente film di Alberto Sordi, di cui non ricordo il titolo, il protagonista viene arrestato e sbattuto in galera e non sa perchè... faticosamente viene a sapere che è imputato di omicidio colposo... e chiede a un "collega" di carcere più esperto: ma cosa vuol dire omicidio colposo? La risposta: che non c'hai colpa. :shock:

Ricordiamo che il grande Albertone era un grande amante dei cavalli, fra l'altro. :cry:

A molti di noi è stato insegnato: cos'è un animale? Un essere vivente che non c'ha l'anima. :shock: :shock:

Circola l'idea che l'uomo sia assolutamente, incomparabilmente, totalmente diverso dagli animali... e che ogni tentativo di attribuirgli sentimenti, volontà, desideri, sofferenza "spirituale" sia una "antropomorfizzazione", un errore da incompetenti e da ingenui sognatori.

Ora, questa idea è una pura credenza, senza alcuna base scientifica. La differenza fra uomo e animale è estremamente sfumata, e sostanzialmente marginale. Vero che l'uomo non è identico agli animali... ma esdattamente allo stesso modo come le singole specie animali sono diverse fra di loro. Questo non significa, insomma, che non ci siano innumerevoli aspetti comuni... e che chi immagina che gli animali siano mossi dal solo "istinto" fa un errore molto, molto più grave (scientificamente parlando) di chi attribuisce agli animali sentimenti "umani". Ma se gli animali possono provare dei sentimenti abbastanza simili a quelli umani, allora nella comunicazione e nell'addestramento occorre tenerne conto!

Voi cosa ne pensate?

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
Qualche mago della logica dice: "Se mi contraddici non puoi aver ragione, perchè se tu avessi ragione io avrei torto, e questo è assolutamente impossibile"


Ultima modifica di alexb il mercoledì 31 ottobre 2007, 12:26, modificato 1 volta in totale.



mercoledì 31 ottobre 2007, 8:55
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Detenuto in attesa di giudizio...Regia di Nanni Loy


mercoledì 31 ottobre 2007, 11:30
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Andrea ha scritto:
Detenuto in attesa di giudizio...Regia di Nanni Loy


Grazie! Proprio quello! :(
E il film di Sordi su quel cavallo... Nestore, si chiamava, vero?

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mercoledì 31 ottobre 2007, 12:28
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nestore l'ultima corsa :wink:

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una gara la vinci quando arrivi al fondo..

...vivere è stupendo dispiacendo agli str***i...

..sono tua...

"..E bruci le suole anche se Non c'e' direzione Ma profumo di viole c'e' Tu cammina Nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c'e' da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria..."


mercoledì 31 ottobre 2007, 12:33
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rhox ha scritto:
nestore l'ultima corsa :wink:


Garzie anche a te... quello preferirei non averlo visto. :cry:

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mercoledì 31 ottobre 2007, 12:46
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era giusto in offerta lunedì alla f""c per 5 euro.. ma ci siamo rifiutati di comprarlo

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mercoledì 31 ottobre 2007, 12:52
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Efftivamente è un film molto bello (Nestore ultima corsa) che rispecchia un po la realtà...Ma non voglio andare OT: senza ombra di dubbio gli animali provano sentimenti, probabilmente non profondi e sfumati come i nostri (anche se questo è discutibile)ma secondo me c'è un forma di affetto all'interno del branco (di qualsiasi animale). Siamo diversi, come sono diverse le specie e le razze ma molte cose ci accomunano...Mi viene da pensare ai cigni che scelgono un partner ed è sempre lo stesso...e quando questo viene a mancare la reazione dell'altro è di sofferenza e perdita di qualcosa di "caro": non credo si tratti semplicemente di istinto di sopravvivenza o prolungamento dello specie, penso ci sia un sentimento di fondo...

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Il y a plaisir plus grand que celui de tuer: celui de laisser la vie
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mercoledì 31 ottobre 2007, 12:56
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Lo sanno anche gli etologi equini scientifici... ma per non antropomorfizzare (!) non la chiamano "amicizia", ma "peer attachment", attaccamento fra pari...

Ho spesso notato nel "branco" che frequento il formarsi, e lo sciogliersi, di queste amicizie, e i cavalli si scelgono con criteri imprevedibili... oltre al piacere di stare vicini, che è evidente, ci sono dei vantaggi pratici dal fatto di ammettere un altro cavallo all'interno del proprio "spazio personale": il grooming, e la difesa dalle mosche... testa a coda, con la coda mossa delicatamente per cacciare dalla testa dell'altro le mosche... ogni tanto ho notato che si formano "ammucchiate" di più di due individui.

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mercoledì 31 ottobre 2007, 13:38
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io sono una di quelle romantiche idealiste etc etc che crede che gli animali abbiano sentimenti ed intelligenza ma modi diversi di manifestarla a seconda della razza e quindi quando mi rapporto a loro tengo in considerazione questi aspetti ...
Cmq io trovo una fondamentale differenza nel mio rapportarmi con gli animali rispetto agli uomini ... verso gli animali sono più disponibile,aperta e fiduciosa mentre con le persone ho imparato a creare delle barriere per autodifesa ... e questo credo dica molto ... :wink:

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"Essere amati da un cavallo o da un qualsiasi animale, dovrebbe riempirci di timore referenziale: perchè non ce lo siamo meritati"

Trovami su MySpace e diventa mio amico!


mercoledì 31 ottobre 2007, 17:22
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Ho un esempio: un cavalla di mio nonno che adesso ha nove anni, quando era giovane e agli inizi della sua carriera non voleva mi stare sola in box, nel recinto e nemmeno sul van...Nello stesso periodo un altra cavalla (sua sorella di madre) era nel pieno della sua carriera e quindi con già esperienza sulle spalle e molto carattere, una cavalla insomma che non si spaventava per niente. Inizialmente avevamo trovato il modo per tranquillizzarla stando costantemente con lei, sia davanti al box ch nei rari momenti in cui si trovava nel recinto da sola. Quando ha cominciato a correre il problema è diventato più grosso: la cavalla nell'ippodromo non voleva rimanere sola neanche un momento, si impennava, sudava...una catastrofe!Abbiamo deciso di cominciare a portarla in giro sempre con la sorella, sia in van che all'ippodromo e nel giro di un anno la cavalla si è tranquillizzata e ha creato un legame molto "amichevole" anche nel paddock, quando prima non c'era assolutamente, anzi non facevano altro che respingersi...

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James Oliver Curwood


mercoledì 31 ottobre 2007, 17:28
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Io so che quando sono serena oppure rilassata lo sono anche le mie bestie..ma quando sto male cambiano comportamento ed abitudini.
Anni fa ho attraversato un brutto periodo, dormivo sempre perchè era l'unico modo per "spegnermi" ed ero ricoperta di gatti. Anche la più scontrosa mi dormiva addosso, volavano le unghiate alle volte tra di loro, ma non si schiodavano dai miei fianchi.
Hanno sicuramente una sensibilità che permette loro di codificare i segnali che noi umani trasmettiamo, volontariamente o no. Però soffrono per la mancanza di attenzioni, altrochè. Hanno paura. Si arrabbiano. E sono perennemente in contatto con Dio, facoltà che gran parte di noi ha perso per strada.
Il vitellino appena nato sa cosa deve fare. Cercare la sua mamma e mettersi a poppare. Le mamme insegnano tutto ai loro piccoli. Vi porto un esempio che stiamo vivendo in questi mesi a casa.
Troviamo micio di 2 settimane che forse una gatta ha perso per strada. Lo abbiamo svezzato con biberon ecc..2 mesi a non dormire. E' un gatto stranissimo. Appiccicoso. Ti si butta addosso e succhia maglioni, coperte e noi "mamme".
Sta iniziando a pulirsi da solo copiando le pose del resto della tribù. Solo che magari si piega per leccarsi la pancia o fa la "spaccata" ( chi ha un gatto sa cosa intendo) per poi leccarsi da una parte che non c'entra niente. Le prime volte ridevo, adesso mi fa quasi pena..è snaturato. Io ho modificato in maniera irreversibile il suo comportamento. Ed è sbagliato, perchè da solo non riuscirebbe a cavarsela come gli altri. Se ne sta lì, con sti occhi enormi che mi guarda aspettando un segnale da parte mia. Ed è molto ubbidiente, sbagliato perchè i gatti per definizione non lo sono.
Stesso discorso vale per il mio cavallo, che quando vuole qualcosa da magnà mi fa una specie di inchino perchè io come un idiota gliel'ho insegnato. Mi da fastidio perchè non era necessario. Ma lui questo non lo può sapere. Che provino affetto nei nostri confronti come lo avvertiamo noi a questo non ci sono ancora arrivata. Ma che tra di loro ci siano legami molto forti è ovvio. Ho troppi pochi elementi per poter arrivare ad una conclusione che faccia al caso mio, ci vorranno molti altri anni, molti altri gatti e 1 cavallo ancora.


mercoledì 31 ottobre 2007, 18:05
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Che senso avrebbe essere gli unici detentori di una cosiddetta "anima"?
Che senso avrebbe avere intorno così tante altre forme di vita, se loro non avessero nè sentimenti, nè un cuore, nè tutto il resto che consideriamo prerogativa nostra?
Che senso avrebbe la loro presenza accanto a noi nel mondo?
"Per mangiare" mi ha detto una volta qualcuno.
Certo, ma non bastavano le piante? Perchè darsi tutto questo daffare a dare vita a creature che si muovono, che corrono, che hanno molteplici forme, molteplici comportamenti?
Non credo che lassù ( se c'è Qualcuno lassù) le abbia create perchè noi detentori del segreto della vita potessimo correre un pò dietro a qualcuna di quelle creature, oppure averne un paio che ci riportano un bastone, o alcune che cinguettano per noi dentro una gabbietta.
Non penso che il Qualcuno lassù le avrebbe create così perfette, meravigliose, complesse, diverse, per poi farle "vuote".

E da un punto di vista scientifico?
Da un punto di vista scientifico siamo tutti un prodotto dell'evoluzione, persino il nostro cervello, le nostre credenze religiose e non, il nostro ingegno, è tutto frutto di un accurato lavoro della selezione, che, così come in noi ha favorito lo sviluppo di un cervello più complesso ( ma non solo in noi), in altri ha favorito lo sviluppo di facoltà che in noi mancano del tutto (uno fra tanti, il biosonar dei delfini, un capolavoro a mio parere)
frutto di un' evoluzione andata in direzioni diverse, ma che fondamentalmente ci vede tutti discendere da uno stesso ceppo, da quella prima molecola organica. E che, all'inizio dello sviluppo embrionale, vede molti di noi specie diverse assomigliarsi in amniera impressionante.

Per quanto riguarda le affinità nei sentimenti...credo che basti guardare la maternità per renderci conto che non siamo così differenti l'uno dall'altro (ovviamente con le dovute eccezioni di comportamento. Molti pesci si mangiano i piccoli!)

Ma guardando una madre in generale (una cavalla, una gatta, una cagna, una delfina, ecc) e mettendola a confronto con una madre umana, mi sembra di vedere lo stesso amore.
Dove comincia questa differenza? E non è forse quindi solo una differenza evolutiva, che fa comportare noi in una maniera e gli animali in un'altra?

Lavorando con i delfini mi sono accorta di molte cose, ad esempio che spesso non abbiamo idea di che intelligenza possano avere gli animali. Dopo dieci anni con loro, mi sorprendo ancora quasi ogni giorno!

Secondo me bisogna eccome tenere conto dei loro sentimenti in un lavoro di addestramento. Con i cetacei è il primo passo: capire che cosa desidera l'animale, capire cosa c'è che lo può rendere nervoso, capire se è stressato perchè non va daccordo con qualcuno.
Con i delfini bisogna tenere molto conto della gelosia: se si tendono a fare preferenze, il delfino che si sente trascurato può starci davvero male e regaire nei modi più disparati: andarsene, rifiutarsi di mangiare, aggredire il "prediletto", oppure mettersi in mostra in ogni maniera possibile.
Com daltronde facciamo anche noi umani, magari con modalità diverse.

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Forza e coraggio!!
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giovedì 1 novembre 2007, 18:55
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Le differenze tra uomo e animali sono profondissime ed incolmabili. Gli animali sono infinitamente migliori di noi.

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Le donne son venute in eccellenza
Di ciascun'arte ove hanno posto cura;
e qualunque all'istorie abbia avvertenza,
ne sente ancor la fama non oscura.
When I count my blessings, I count my horses twice.


giovedì 1 novembre 2007, 19:03
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straquoto il pensiero di Pascal: sintetico, preciso, ricco e soprattutto VERO

Pascal dammi il 5 8) :lol:


giovedì 1 novembre 2007, 21:24
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pascal hai proprio ragione! :wink:

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"se una scrivania disordinata è segno di una mente disordinata, di cos'è segno, allora, una scrivania vuota?" -Albert Einstein-


venerdì 2 novembre 2007, 11:35
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