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 Epona 
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La Dea Epona (ed Hera)

Il 18 dicembre è la data in cui in tutto l’impero romano venivano tributati grandi onori alla Dea Celtica Epona, una Dea tradizionalmente abbinata al cavallo, cui erano particolarmente devoti i cavalieri celti prima, e poi tutti i cavalieri romani, che avevano adottato la Dea dei loro grandi avversari, poi in molte regioni continentali integrati nelle legioni romane.




Una moderna devota alla Dea ha scritto

Epona è la Patrona di tutti i viaggi, fisici, mentali, emozionali e spirituali.

E’ la Dea della Terra e delle sue stagioni, della fertilità in tutte le cose.

E’ mia Madre, mia Sorella, e la mia Amica.

Io percepisco la sua presenza accanto a me che mi tiene al sicuro, dandomi la forza per ogni giorno.

Io vedo il suo tocco in ogni nuova fioritura primaverile, e in ogni frutto autunnale.

Io sento la sua voce nel mormorio della brezza tra gli alberi e nella canzone del fiume.

Lei è la Grande Madre

[Potia]

Un eccellente articolo di Potia sulla Dea Epona (in inglese, con immagini della Dea) è reperibile all’indirizzo

http://www.druidry.org/obod/deities/epona.html


La Dea Gallica Epona da divinità locale era stata assorbita nel pantheon romano ed era diventata una divinità tutelare dei romani, e ad esempio Giovenale ne scrive, ad esempio, nel II secolo d.C. Si veda a pag. 113 Silvia e Paul Botheroyd, Mitologia Celtica, Keltia editrice.
Scrive Miranda Green nel suo dizionario di Mitologia celtica, a pag. 124, Rusconi editore, "tra il I e il IV secolo d.C. Epona attraeva adoratori da un settore molto ampio della società celtico-romana". Stupisce come Goudineau ignori queste circostanze.


Epona: (Epona), deriva dal celtico epos, equivalente del lat. equus, cavallo. Dea dei Celti, protettrice dei cavalli, dei cavalieri, dei trasporti. Sola divinità celtica il cui culto fosse diffuso in gran parte dell'Impero romano e perfino a Roma, è raffigurata in numerosi bassorilievi e statuette greco-romane come una donna vestita e velata, seduta su una giumenta, tra due cavalli che essa nutre, accompagnata da un puledro o da un cane

Regina dei cavalli e della fertilità. Epona nelle iscrizioni celtiche della Gallia e Rhiannon nella leggenda di Lingua gallese. È la dea dei cavalli e quindi di grande potere in una cultura basata sul cavallo come quella del Celti. Nelle immagini Romano-Celtiche è associata alla cornucopia, alla frutta ed ai serpenti e poichè è la dea dei cavalli lei si occuperebbe delle forze della fertilità e dell'alimentazione.

Il simbolismo di Epona è complesso e multisfaccettato. I commentatori del Mediterraneo parlano di lei puramente come dea dei cavalli e delle scuderie. Epona può essere percepita come protettrice dei cavalieri ed i loro supporti. Dopo tutto, l'intelligenza e la velocità dei cavalli erano cruciali per la sicurezza dei cavalieri; e ci si dovrebbe ricordare, anche, che la società celta pre-Romana era basata su una gerarchia dii capi e cavalieri, dai quali dipendevano il prestigio della società e delle tribù. Ma il culto di Epona ha una profondità più grande di quanto il suo simbolismo equino da solo suggerirebbe. La femminilità, il suo linguaggio figurato e quello del suo cavallo sono significativi, come è il suo simbolismo evidente di fertilità. Ma la sua chiave e la sua associazione con i morti suggeriscono che era una dea che custodiva i suoi devoti durante questa vita e nel mondo seguente. Era la patrona dei cavalli, cavalieri e di colui che si occupa dei cavalli da un lato; dall'altro, rifletteva i misteri profondi della vita, della morte e della rinascita.

La dea giumenta Epona associa la virilità e la potenza del cavallo ai poteri generativi e spirituali della dee madri. In qualità di guardiana dei morti e di coloro che sono in pericolo, trasporta i defunti oltre gli abissi dell’oceano e spalanca le porte dell’Altroregno. La sua presenza reca compagnia e protezione durante le situazioni di pericolo, di insicurezza e nei momenti in cui la salute e il benessere sono compromessi. Ugualmente a suo agio sulla terra, in mare e nell’Altroregno, Epona viene onorata sia dai vivi, sia dai morti.




Statua della dea equestre Epona di Alesia

È sempre accompagnata da un cavallo, spesso da diversi cavalli o puledri che succhiano dai suoi capezzoli.

Raffigurata come una splendida donna che cavalca una giumenta all’amazzone, oppura come una giumenta dalla testa di donna, Epona regnava sia come guardiana dell’inizio e della fine della vita sulla terra, sia come sovrana di luoghi particolari.

Nel mondo celtico veniva riverita in tutta l’Europa centrale, a est del fino alla Bulgaria e a ovest fino alla Britannia. Era adorata sia dai Celti, sia dai Romani: soprattutto dai soldati e dai cavalieri delle truppe di occupazione che forse desideravano approfittarsi dei poteri della dea locale.

Oltre alla giumenta, il tratto distintivo delle rappresentazioni di Epona è quello di guardiana dei defunti che conduce all’Altroregno. Inoltre porta con sé delle chiavi, talvolta semplici chiavi di stalle, ma più spesso chiavi che aprono le porte dell’Altroregno.

In epoca altomedievale, Epona fu anche assimilata a Hera, divinità celtica a cui sono state rinvenute iscrizioni in Svizzera e in Gallia Cisalpina. In Hera, Era o Haerecura "l’antico nucleo funerario che è stato individuato nell’omonima Hera greca riaffiorava in maniera duratura. Ancora al principio del ’400 i contadini del Palatinato credevano che una divinità di nome Hera, portatrice di abbondanza, vagasse volando durante i dodici giorni tra Natale e Epifania" (G. Ginzburg, Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Torino 1989. pag. 81).Hera, legata a Diana, da cui Herodiana (in seguito trasformata in Erodiade) era la dea notturna per eccellenza che soprintendeva al noto "Corteo di Diana" in cui le donne perverse votate a Satana cavalcavano "certe bestie" al seguito della dea dei pagani. E così il cerchio si chiude: la "Diana paganorum dea" immaginata e poi raffigurata sempre a cavallo di animali lanciati al galoppo espressione più concreta della demonizzazione cristiana del culto precedente, deve essere intesa come "un’interpretatio romana di Epona, o di qualche sua equivalente locale (...). Ora, le più antiche testimonianze sulla cavalcata di Diana provengono da Prum, da Worms, da Treviri, ossia da una zona in cui è stata rinvenuta una gran quantità di raffigurazioni di Epona, a cavallo o accanto a uno o più cavalli " (G. Ginzburg, Op. Cit., pag. 82).


giovedì 22 novembre 2007, 14:38
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Iscritto il: mercoledì 18 gennaio 2006, 18:26
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Località: Emilia Romagna
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Wuao!!!!!!
sono rimasta senza parole.........

_________________
Le cose semplici sono le più straordinarie


giovedì 22 novembre 2007, 18:12
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