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 storia del dressage 
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Messaggio storia del dressage
ho letto che i principi fondamentali del dressage sono antichissimi e risalgono addirittura all'antica grecia,mentre le moderne tecniche risalgono all'epoca rinascimentale..si deve a Federico Grisone la fondazione nel 1532 di un'accademia di equitazione dove i cavalli venivano addestrati e compiere movimenti complessi e spettacolari.questa disciplina si diffuse persso tutta europa e si trasformò da attività quasi circense a specialità equestre..
qualcuno mi sa raccontare qualcosa di più?

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baciotti vostra V.[:439]
<font color="navy"><font size="3">...poichè nulla è perduto che non si possa ritrovar cercando... SHAKESPEARE</font id="navy"></font id="size3">

[:282][:283]<font color="pink">"WHEN THE WORLD SEEM TO SHINE LIKE YOU'VE HAD TOO MUCH WINE..THAT'S AMORE!!"</font id="pink">[:282][:283]

<font color="brown"><font size="4">...chi ama a prima vista tradisce ad ogni sguardo... da Closer</font id="brown"></font id="size4">


venerdì 4 marzo 2005, 12:58
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io non sapevo neppure queste cose.dove le hai lette?

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Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente

soltanto i coraggiosi riescono ad arrivare dove neanche gli angeli riescono a volare"


venerdì 4 marzo 2005, 14:26
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sull'enciclopedia dei cavalli di Josèe Hermsen..è fatta davvero bene o perlomeno ci son notizie interessanti e altre un po' così però è bella

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venerdì 4 marzo 2005, 20:00
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Quello che so io è che Senofonte già parlava di cose molto simili alla riunione, e alla leggerezza in mano (diceva che il cavallo si dovrebbe muovere come di sua spontanea volontà, senza essere forzato dal cavaliere). Poi gli stessi principi furono ripresi e sviluppati nel Rinascimento. Il Federico Grisone che hai citato scrisse 'Gli ordini di cavalcare' (1550) e fondò la scuola di cui hai parlato nel 1532. Anche se da quello che ho letto Senofonte rispetto a Grisone era molto più vicino a noi...Grisone sembra adottasse metodi piuttosto barbari.
Sempre nello stesso periodo, un francese di nome Antoine de Pluvinel che studiò in Italia con Pignatelli (altro maestro con metodi un po' crudeli) aprì un'accademia a Parigi. Apparentemente, cercava di addestrare i cavalli con poca forza e tanta gentilezza, usava imboccature meno forti rispetto ai predecessori...scrisse addirittura che l'uso di speroni e fruste è un'ammissione di fallimento da parte del cavaliere! Pluvinel è il primo rinascimentale a continuare con il metodo di Senofonte (basato non sulla violenza ma sulla comunicazione con il cavallo).
Un po' più tardi (17 secolo) abbiamo William Cavendish, duca di Newcastle, e il maestro più famoso, François de La Guérinière, i cui metodi sono in pratica usati ancora oggi alla scuola spagnola di Vienna. Scrisse 'l'École de Cavalerie' nel 1729, e inventò spalla in dentro, cambi al volo, mezze fermate per alleggerire gli anteriori...Apparentemente il suo libro (che io non ho nemmeno mai visto, purtroppo [:(]) è molto facile da leggere, molto moderno - in pratica un manuale di dressage classico come lo conosciamo noi.


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Di ciascun'arte ove hanno posto cura;
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sabato 5 marzo 2005, 16:49
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wow!pascal come sai tutte ste cose?c'è un libro o un sitoda cui le prendi o qualcosa che mi puoi indicare?io sono molto interessata!

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sabato 5 marzo 2005, 16:58
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wow!pascal come sai tutte ste cose?c'è un libro o un sitoda cui le prendi o qualcosa che mi puoi indicare?io sono molto interessata!

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sabato 5 marzo 2005, 17:00
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Ho qualche estratto:

"Di regola, il cavallo deve provare piacere nel suo lavoro. Altrimenti, nè lui nè il suo cavaliere riusciranno mai ad ottenere nulla di elegante."

"Non è affatto necessario picchiare il cavallo, all'inizio, a metà o alla fine (dell'addestramento): è molto più necessario addestrarlo tramite la gentilezza piuttosto che la violenza, poichè un cavallo che lavora con piacere si muove con molta più grazia che un cavallo dominato con la forza."

Antoine de Pluvinel

"""""""""""""""""""""""""""""""""""""

"Una mano morbida è uno dei principali aiuti che abbiamo, perchè il cavallo porterà il peso sui posteriori, se non trova niente su cui appoggiarsi."

"Suggerisco sempre gentilezza e pazienza (...) non offendete mai il vostro cavallo, se potete evitarlo; non montatelo o chiedetegli più di quanto possa dare. In questo modo non solo lo manterrete (sano) più a lungo, ma lo porterete a provare piacere nel suo lavoro: arriverà anche ad amare voi, e l'esercizio che gli fate fare; altrimenti, vi odierà, troverà il maneggio noioso, e odierà entrarvi. E' vostra responsabilità rendere la vostra persona e il maneggio il più piacevole possibile per lui, lavorandolo poco per volta, essendo liberali nelle carezze e ricompense, e parchi nelle vostre correzioni, che non dovranno mai essere fatte con uno stato d'animo alterato."

William Cavendish duca di Newcastle



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sabato 5 marzo 2005, 17:19
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I nomi che ho citato sono abbastanza famosi, li conoscevo perchè cerco sempre di leggere il più possibile sul dressage classico. Ho parecchi libri di autori moderni (Charles de Kunffy, Paul Belasik), che mi servono tantissimo, ma purtroppo non ho proprio niente scritto dai vecchi 'maestri', a parte le citazioni sui libri moderni!

Le foto e le citazioni invece le ho prese su Internet. Ci sono tanti siti sul dressage classico, se vai su http://www.classicaldressage.com troverai tantissime altre citazioni. Altri siti che mi piacciono sono http://www.classical-dressage.net (di Sylvia Loch, un'autrice molto famosa in Inghilterra) e, anche se è perennemente in costruzione, http://www.kahlin.net/noir/dressyr/
Ho appena scoperto (mentre controllavo se uno degli indirizzi che ho messo era esatto) che c'è anche un classicaldressage.co.uk! Vado subito a vedere com'è...

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sabato 5 marzo 2005, 17:28
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quante cose![:0]


sabato 5 marzo 2005, 20:36
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grazie mille pascal!son andata a vedere i siti che mi hai indicato e mi son piaciuti davvero molto!
hai qualche indicazione per il salto ostacoli anche?
non ho capito bene dove hai preso le citazioni di questi grandi del passato...scusa!![:I]

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domenica 6 marzo 2005, 13:21
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Sono contenta che ti siano piaciuti, Herdio. Alcuni sono molto tecnici, ma sempre utilissimi!

Le citazioni le ho prese da classicaldressage.com, le ho tradotte io (in fretta e furia...non sono tradotte benissimo!!!). Le trovi aprendo il link 'articles' e da lì 'quotes'. Ce ne sono davvero tante, sia di maestri del passato che di trainer odierni.

Mi dispiace, ma per il salto ostacoli non ho proprio nessunissima idea!!! [:I][:I][:I] Faccio solo dressage.

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domenica 6 marzo 2005, 15:59
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Forse posso dare un contributo ?!
......

Cenni storici sul Dressage


Sin dall'antichità, l'arte di montare a cavallo suscitava grande interesse, come si può desumere, per esempio, da un'opera dello statista e generale greco Senofonte, scritta intorno al 380 a.C.
Nel libro di Senofonte vi sono riferimenti a Simone di Atene, il quale aveva a sua volta redatto un testo molto dettagliato sull'arte di andare a cavallo, sfortunatamente andato perduto. Chiunque conosca lo scritto di Senofonte, risalente a 2400 anni fa, non può non rimanere impressionato dalla precisione delle sue spiegazioni e dall'acume che egli dimostra nel riferire degli stati d'animo del cavallo. Il suo metodo di addestramento era basato sull'intuito e su un trattamento gentile dell'animale, atteggiamento, quest'ultimo, che, come vedremo, sfortunatamente non sempre fu condiviso dai grandi maestri che gli succedettero. «Tutto ciò che è forzato e imposto brutalmente non potrà mai essere bello», scrive Senofonte, e, a tal fine, sono significative le parole di Simone di Atene: «Se un ballerino fosse forzato a ballare attraverso l'uso di fruste e speroni o comunque di strumenti affini, non potrebbe mostrare alcuna bellezza, così come un cavallo addestrato in condizioni simili».
Con la decadenza della potenza greca, il valore culturale di molte attività artistiche andò perduto; anche l'arte del montare a cavallo conobbe il declino, per poi alla fine cessare di esistere.
Ma il libro di Senofonte tenne viva la tradizione dell'arte equestre fino a divenire la base su cui questa poté svilupparsi durante il Rinascimento.
Come i grandi maestri nel campo della pittura e della scultura cominciarono a rifiorire sotto il sole italico, così accadde alla risvegliata arte di andare a cavallo che fu reintrodotta dal nobile napoletano Federico Grisone, riconosciuto dai suoi contemporanei come il padre dell'arte equestre.
A quell'epoca l'arte equestre era complementare alle attività di guerra. Infatti le battaglie si combattevano anche a cavallo e perciò l'arte di montare diveniva per così dire «vitale» nello svolgimento delle azioni militari: l'appoggiata serviva a schivare il colpo del nemico, la piroetta tornava utile per difendersi allorché si era circondati, il passage era un passo di parata e le cosiddette «arie sopra il terreno» (courbette, capriole ecc. ancora praticate alla Scuola Spagnola di Vienna e a Lipizza) aiutavano a districarsi in situazioni critiche durante il combattimento.
Grisone, che aveva studiato a fondo il libro di Senofonte, ripete quasi parola per parola le istruzioni che riguardano, per esempio, l'assetto del cavaliere e i suoi aiuti. La sua idea tuttavia era quella di controllare il cavallo attraverso la forza, così come dimostrano le numerose imboccature piuttosto severe da lui utilizzate. Ciò può essere parzialmente attribuibile alla circostanza sopra riferita e cioè all'uso del cavallo come strumento di guerra e quindi al non potersi «permettere», pena la vita, di eseguire movimenti in maniera imprecisa.
Il più famoso dei tanti allievi di Grisone fu sicuramente Pignatelli. Egli ricoprì la carica di Direttore nella famosa Accademia di Equitazione di Napoli dove anche il francese De Pluvinel fu accolto come studente.
De Pluvinel, che più tardi divenne maestro equestre di Luigi XIII, era un seguace delle teorie di Pignatelli, ma aggiunse ai dettami di quest'ultimo qualcosa derivato dalla propria esperienza personale. Al contrario del suo maestro e predecessore, mise in evidenza che ogni cavallo andava seguito individualmente e che il trattamento riservatogli doveva essere basato su intuizioni che non potevano che essere individuali, poiché ogni cavallo è diverso dagli altri, sostituendo quindi principi molto più umani a quelli basati sulla forza che a quell'epoca era di uso corrente. Le sue idee furono presentate nel suo libro Manège du Roi che apparve nel 1623. All'inizio l'opera fu messa in ridicolo, ma con il passare degli anni i principi di De Pluvinel furono generalmente accettati ed egli divenne il precursore di quel Franiois Robichon De La Guérinière che più tardi sarebbe diventato il più grande maestro di equitazione di Francia.
Il progredire verso sistemi meno violenti nell'addestramento dei cavalli fece sì che le dottrine del Duca di Newcastle, presentate nel 1657 in un libro piuttosto elaborato, non crearono una base duratura nell'arte dell'equitazione in Inghilterra, anche in considerazione della crudeltà dei suoi metodi.
L'influsso che Grisone, Pignatelli e i suoi allievi avevano avuto sull'arte equestre cominciò a disperdersi. In effetti all'inizio del diciottesimo secolo, l'arte equestre era quasi esclusivamente influenzata da maestri francesi e il più grande di tutti loro, De La Guérinière, scrisse l'opera forse più rivoluzionaria di tutti i tempi sull'argomento.
A differenza delle pubblicazioni dei suoi predecessori, la sua è di una chiarezza e di una facilità di lettura veramente esemplari. Non è il caso di discutere in dettaglio in questo capitolo gli insegnamenti di De La Guérinière, non perché non siano argomenti di grande interesse, ma perché in effetti l'equitazione moderna, così come è oggi e così come vedremo nel prosieguo, si basa in realtà sugli stessi principi.
Con l'avvento della Rivoluzione in Francia, gli insegnamenti di De La Guérinière furono abbandonati. Inoltre le guerre napoleoniche decretarono, purtroppo, la fine delle varie accademie equestri nelle corti europee; solo la Scuola Spagnola di Vienna poté preservare nel tempo i metodi di De La Guérinière.
Questo invalutabile merito fu dovuto principalmente a Max Ritter Von Weyrother, un eccezionale esperto di cavalli, che fu a capo della Scuola Spagnola di Vienna all'inizio del diciannovesimo secolo.
La sua influenza sull'arte equestre andò al di là dei confini austriaci e fu raccolta specialmente in Germania dove Seidler, il Barone Von Oeyenhausen e principalmente Luis Seeger furono suoi discepoli. Questi ultimi godettero di una tale influenza nel loro Paese, da poter controbattere le dottrine di Frangois Baucher e dei suoi allievi Plinzner e Fillis, che così non poterono influire sull'arte equestre tedesca.
Occorre fare un inciso per evidenziare il fatto che, abbandonato l'impiego del cavallo a fini militari, anche l'arte equestre aveva subito un innegabile declino e il dressage era di fatto sopravvissuto in Francia grazie alle rappresentazioni circensi di cui Baucher e Fillis erano i protagonisti principali dell'epoca. Ciò mise in evidenza una sostanziale e insanabile incompatibilità fra dressage circense (sostanzialmente non basato su una attività «atletica» del cavallo e al conseguente impegno della schiena e del treno posteriore dello stesso) e dressage classico che a quel punto fu preservato solo grazie a quella meravigliosa istituzione che è la Scuola Spagnola di Vienna.
Più di ogni altro, comunque, fu il libro di Gustay Steinbrecht pubblicato nel 1885, Das Gymnasium des Pferdes, che si fondava sulle teorie di Seeger e Oeyw hausen, a costituire la base del moderno dressage così come è arrivato ai giorni nostri e così come è analizzato nel prosieguo di questo lavoro.
Per tornare ai metodi di Baucher e di Plinzner, che era un suo discepolo e che lavorò alle scuderie reali di Berlino dal 1874 in avanti, essi tendevano a chiudere i loro cavalli, così come propugnato da Baucher, distruggendo ogni impulso, ogni
desiderio di andare in avanti del cavallo stesso. A giustificazione di questi metodi si adduceva il fatto che, all'epoca, Plinzner doveva addestrare i, cavalli per l'Imperatore Guglielmo II di Germania, il quale era costretto a montare i suoi cavalli con una mano sola a causadi una paralisi al braccio.
James Fillis fu introdotto ai metodi di Baucher in Francia, dopo di che trascorse dodici anni come istruttore capo all'Accademia Militare di Pietrogrado e apparve per la prima volta in Germania in un circo nel 1892. Fillis suscitava l'ammirazione degli spettatori del circo e trovò parecchi seguaci tra i cavalieri dell'epoca ai quali sarebbe piaciuto vedere i suoi metodi applicati nell'addestramento militare. Senza dubbio Fillis era un grande artista, più interessato però alle evoluzioni dell'equitazione da circo che non ai principi di base dell'equitazione classica, dove tutti i movimenti derivano da leggi precise dettate dalla natura. La prova di ciò è data dai tanti movimenti cosiddetti «innaturali» che lo stesso Fillis presentava, come il galoppo su tre gambe, il galoppo indietreggiando e il passo spagnolo. Sta di fatto che, nel 1913, morì a Parigi, dimenticato dai più, così come il suo maestro Baucher, mentre i principi di De La Guérinière, preservati dalla Scuola Spagnola di Vienna e poi propagandati da Seeger e Steinbrecht, vengono seguiti ancora adesso e costituiscono il fondamento su cui poggiano le regole oggi vigenti, così come emanate dalla Federazione Equestre Internazionale.
Abbiamo già detto che la Scuola Spagnola di Vienna ebbe un grande ascendente sullo sviluppo dell'arte equestre in Germania: all'inizio della prima guerra mondiale, glj insegnamenti della Scuola di Cavalleria tedesca di Hannover erano completamente influenzati dai metodi praticati alla Scuola Spagnola di Vienna anche per merito del suo direttore Gebhart.
Ma fu sicuramente il libro di Steinbrecht Das Gymnasium des Pferdes, rivisitato e rimesso in circolazione da uno dei suoi allievi (Von Heydebreck), che costituì la fonte per le istruzioni equestri tedesche, che a loro volta hanno dato origine alle attuali regole FEI, alle quali è d'obbligo attenersi nel dressage moderno.

Ciao a Tutti


venerdì 15 aprile 2005, 10:00
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Iscritto il: martedì 22 marzo 2005, 21:39
Messaggi: 213
Località: Veneto
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Plinzner non è mai stato allievo di Baucher. Ha semmai continuato l'opera di Steinbrecht dopo la morte dello stesso.

Non so dove hai preso queste pur importanti informazioni, yogi, ma lo stesso grossolano errore lo cita Vincenzo Truppa nel suo libro sul Dressage. Ciao.

_________________
Massimo Basili


venerdì 15 aprile 2005, 21:40
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Iscritto il: venerdì 4 marzo 2005, 21:04
Messaggi: 222
Località: milano
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affascinante....

_________________
L'ARIA DEL PARADISO è QUELLA CHE SOFFIA TRA LE ORECCHIE DI SID

VOGLIO MONTARE IN CORSA!!!!!!!!!DAI SBRIGATEVI CON STA CAVOLO DI PATENTE KE NN VEDO L'ORA!!!!!!!

*ti senti come un "zombie" a scuola,ma alla fine della giornata riesci a ritornare in "vita" per montare 3 cavalli

***a volte angelo a volte diavolo ma sono sempre io!!!!!***


sabato 16 aprile 2005, 10:02
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Iscritto il: domenica 3 aprile 2005, 13:52
Messaggi: 21
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a proposito di Baucher...
che ne pensate dell'utilizzo della redine alta, x la cessione diretta della nuca? ultimamente ci sono molte riletture del metodo... un parere??[:)][:)]


martedì 19 aprile 2005, 8:50
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