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 Tabelle di allenamento, cicli e programmazione 
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Messaggio Tabelle di allenamento, cicli e programmazione
Lo sport dell'endurance è forse l'unico in cui realmente il cavallo viene considerato un Atleta, e in cui l'allenamento assume un'importanza cruciale.

Io userò termini che sono "il pane" per qualsiasi atleta, e vorrei scoprire se lo stesso "metodo scientifico" è applicabile al cavallo da endurance.

Direi che partendo da lontano si può pensare a:

- Programmazione agonistica, ovvero fasi di carico off-season, fasi di scarico e di miglioramento della prestazione.

- Come ottenere dal cavallo una fase di "carico muscolare".

- Come variano le sedute di allenamento a seconda della fase in cui ci si trova.

- Si possono fare allenamenti con "sovraccarico"? (esempio, un maratoneta umano fa anche lui pesi nel periodo fuori stagione...)

Ora a voi.....


lunedì 6 novembre 2006, 12:02
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[;)]

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lunedì 6 novembre 2006, 14:26
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I cavalli non lavorano tutti sullo stesso terreno, quindi si deve adattare l’esercizio al tipo di suolo, il secondo (almeno per alcuni) è una scarsa conoscenza di quale siano gli esercizi da compiere per allenare le varie capacità, il terzo è che spesso non disponiamo della possibilità di effettuare test attitudinali ed analisi appropriate per appurare almeno in parte le aspettative di successo del nostro cavallo.
Una buona conoscenza delle varie teorie dell’allenamento ci permette però di pianificare un programma cercando di adattare la tipologia del terreno, il tempo a disposizione etc.
Avendo a disposizione un territorio con salite, pianure, strade non troppo dure e sassose sicuramente sarà molto più semplice programmare un allenamento rispetto a chi ha a disposizione sola pianura, oppure quasi tutte salite e discese con terreni molto sassosi che mettono a rischio, specialmente nei primi mesi d’allenamento, articolazioni tendini etc.
Standardizzare un programma è pressoché impossibile perché le varianti che si interpongono sono molteplici e si rischia che quello che potrebbe essere un ottimo piano d’allenamento per un binomio (cavallo-cavaliere) potrebbe essere pessimo per un altro.
Una buona conoscenza della fisiologia dell’esercizio e del movimento ci permetterebbe di programmare un buon allenamento personalizzato.
Meglio ancora sarebbe la supervisione di un tecnico qualificato che dopo aver provato il cavallo studiato il territorio, esaminato il tempo a disposizione del cavaliere redigesse un piano d’allenamento per quel determinato binomio, fermo restando, che anche dopo tutto questo lavoro, l’esercizio sarebbe compiuto in primis dal cavaliere il quale dovrebbe essere pronto a cogliere tutti i segnali che il cavallo manda e capire se tutto procede nel verso giusto, vale a dire, c’è possibilità che un esercizio deve essere modificato, rimandato o sospeso se si nota che qualcosa (magari solo per quella seduta) non va.
Un istruttore che prepara gli atleti, sia in palestra sia in campo è sempre presente durante l’esercizio, può quindi correggere i vari errori, sia di postura che di struttura e l’atleta umano può comunicare ogni più piccolo disagio, questo il cavallo non lo può fare verbalmente, ma solo mandando dei piccoli segnali che sta a noi cogliere.
Quando ad allenare un cavallo è una persona alle prime armi o con poca esperienza spesso riesce a cogliere il segnale, quando è troppo tardi, in altre parole dopo aver recato il danno che purtroppo nel cavallo è quasi sempre strutturale, quindi a maggior ragione per questo motivo non è prudente consigliare un esercizio ad un principiante, in genere sono loro che ne hanno più bisogno, ma sarebbe più logico consigliare loro di seguire alcune regole pratiche molto semplici: un esercizio qualunque esso sia, anche la semplice passeggiata, va eseguito più volte per poterlo consolidare, il carico va aumentato sempre molto gradatamente e non spesso, lavorare sempre su dei circuiti uguali, così da poter constatare il progresso, annotare i vari esercizi segnando chilometri percorsi, tempo, velocità e recuperi, dare ogni tanto un po’ di giorni di riposo al cavallo, ma soprattutto controllare sempre il giorno dopo il lavoro che il cavallo non presenti alcun tipo di risentimento.
Per terminare, c’è d’aggiungere che se noi dovessimo analizzare tutti gli allenamenti dei cavalli arrivati nei primi posti dei vari campionati del mondo, europei o comunque in gare di una certa importanza probabilmente ci accorgeremmo che ognuno ha allenato il proprio campione in modo diverso, ma applicando comunque delle teorie di base che hanno portato allo stesso risultato sviluppando l’esercizio in funzione del proprio territorio.
L’endurance è una disciplina dove ogni gara è diversa per quanto riguarda il percorso, rimangono costanti solo le distanze e le regole di valutazione del cavallo ai cancelli veterinari, in un'ipotetica parità di stato di forma una gara può essere vinta da un cavallo perché il percorso è più simile al territorio sul quale abitualmente lavora, fermo restando che poi in una competizione influiscono notevolmente le tecniche di gara dettate dall’esperienza del cavaliere.
Non voglio fare lo sborone…infatti non sono delle mie teorie ma sono parole postate da Fausto Perniè nel sito di Endurance St. Just che cmq condivido in pieno e mi ritrovo in quello che dice !!!
Grazie [;)][:)]

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lunedì 6 novembre 2006, 14:48
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il problema è che questa chiaccherata dice tutto e niente e soprattutto non risponde alle veria domande riguardo al carico e scarico in allenamento [;)]

e un'altra cosa.. si parla di tecnici che dovrebbero "consigliare" un allenamento in base al cavallo e al cavaliere.. ma quanti enduristi realmente si rivolgono a loro e questi suddetti tecnici studiano le esigenze e le aspettative del binomio e vi si adeguano?

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"..E bruci le suole anche se Non c'e' direzione Ma profumo di viole c'e' Tu cammina Nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c'e' da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria..."


lunedì 6 novembre 2006, 17:49
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non ho capito Nicola...vuoi sapere come noi affrontiamo singolarmente con i nostri cavalli le cose che hai elencato?


martedì 7 novembre 2006, 19:10
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Esatto[;)]


martedì 7 novembre 2006, 19:15
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aluraaaaaaaaaa..........[^]


ora siamo in fuori stagione...niente gare...ma questo non vuol dire che basta..stop..fine allenamento...
usciamo in passeggiate tranquille una o due volte alla settimana...giusto per farlo rilassare...naturalmente sta fuori al prato e non chiuso in un box,altrimenti per me sarebbe impensabile montarlo così poco ( e al di la dell'allenamento,al di la che stiamo parlando dell'endurance qualunque cavallo deve avere la possibilibità di stare almeno qualche ora all'aperto in santa pace durante il giorno).
L'allenamento..va in base all'obbiettivo..nel mio caso 90 km
lo monto tre volte a settimana...di cui in giorni staccati:
-1 oretta di lavoro in piano (circoli..barriere...ma soprattutto le diagonali su cui Said ha un pò di problemi perchè è stato sempre viziato e abituato male..a volte qulache saltino micro)
-poi usciamo dalla mattina a quando viene buio...andature alternate e terreni alternati...
-dalle 2 alle 3 ore di passo solo in salita
anche se poi dipende...non sono così fiscale...generalmnte è così però vario spesso...
comunque cerco di non montarlo mai 2 giorni di fila in modo da lasciargli il tempo per recuperare...
la settimana prima della gara solo un'oretta di passo...idem quella dopo...
spero di essere stata coerente alle tue domande...[:)]


martedì 7 novembre 2006, 19:49
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Ecco....

Il mio dubbio è....Il lavoro che fai non è differenziato rispetto al periodo o alla stagione....

Di fatto non si tratta di allenamenti che prevedono fasi di carico e fasi di scarico.

Mi sbaglio?[:)]


martedì 7 novembre 2006, 19:54
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non ho capito bene cosa intendi con fasi di carico e fasi di scarico...[:I]
ma cmq generalmente nel periodo estivo e cioè delle gare mantengo questo tipo di allenamento mentre ora lo lascio rilassare e tra un mesetto ricominceremo gradatamente...[;)]


martedì 7 novembre 2006, 19:56
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naturalmente non mantengo questo ritmo tutto l'anno se è questo che intendi!!


martedì 7 novembre 2006, 19:57
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ti faccio l'esempio del maratoneta uomo....

Lui si programma la stagione su una o due picchi di forma.

Quando è lontano dalle gare si occupa del lavoro muscolare pesante, ovvero la "fase di carico". Fa allenamento sulla forza e sulla velocità.

Poi man mano che si avvicina la fase agonistica, si comincia a lavorare su distanze via via più lunghe, per recuperare la resistenza organica e "scaricare" il lavoro pesante fatto fuori stagione.


martedì 7 novembre 2006, 20:02
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rella ha scritto:

non ho capito bene cosa intendi con fasi di carico e fasi di scarico...[:I]
ma cmq generalmente nel periodo estivo e cioè delle gare mantengo questo tipo di allenamento mentre ora lo lascio rilassare e tra un mesetto ricominceremo gradatamente...[;)]


Di fatto significa che tu lo "scarichi" in una fase in cui lui dovrebbe lavorare più intensamente.


martedì 7 novembre 2006, 20:03
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ora ho capito...[8D]

sul fatto della velocità sono penalizzata perchè purtroppo è difficile allenare un cavallo in velocità in un posto come il mio dove non c'è pianura....da me è tutta montagna e devo ammettere che certi muscoli faticano a svilupparsi e vi è sovraccarico sul altri...[:(]
a me è sempre stato insegnato che è meglio alternare l'allneamento da velocista e maratoneta ma mai distaccando le varie fasi..sempre nello stesso periodo...
perchè se no se si carica solo su un aspetto si perde su un altro..e vice versa...

una chicca...una joung rider che vince molto ultimamente si "allena" dalle mie parti...lei allena i suoi cavalli attaccandoli al pk e portandoseli dietro[xx(]
e non scherzo.


martedì 7 novembre 2006, 20:15
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rella ha scritto:

ora ho capito...[8D]

a me è sempre stato insegnato che è meglio alternare l'allneamento da velocista e maratoneta ma mai distaccando le varie fasi..sempre nello stesso periodo...
perchè se no se si carica solo su un aspetto si perde su un altro..e vice versa...



Ecco, da un punto di vista della "teoria dell'allenamento" in versione umana la cosa è contraria...

Un tipo di allenamento come quello di cui parli tu è quello che in fisiologia si chiama "mantenimento". Fa benissimo se il nostro obiettivo è tenere il cavallo "in forma", ma è un ragionamento tipo fitness da palestra. Al massimo, se il cavallo arriva da un periodo di ferma o è un puledro, un programma di allenamento come quello che descrivi si definisce Adattamento Anatomico.

Il problema di un atleta invece dovrebbe essere quello di "incrementare le prestazioni" più che mantenerle.

In quest'ottica sono nate le metodologie che ora si usano nello sport.[:)]


martedì 7 novembre 2006, 20:21
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maledizione.......









........hai ragione[:425]

[:D]


martedì 7 novembre 2006, 20:24
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