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Un pensiero....
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Autore:  western girl [ venerdì 23 settembre 2005, 0:52 ]
Oggetto del messaggio:  Un pensiero....
Parliamo sempre di cowboy e il West sembra essere sempre collegato a loro. Hanno tutta la mia stima e la mia ammirazione, ma non ho mai dedicato un topic a colore che piu' hanno sofferto, e che ancora ne pagano le conseguenze....I NATIVI AMERICANI...
E cosi' volevo rivolgere un pensiero anche a loro, perche' se lo meritano...potrei spendere molte parole su di loro, ma invece voglio mettere delle foto, di come erano, orgogliosi e fieri e di come sono oggi: merce per turisti...Speriamo solo che la loro cultura non muoia mai, e che gli ultimi rimasti, abbiano la forza di portarla avanti...





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Autore:  ladykiller [ venerdì 23 settembre 2005, 8:29 ]
Oggetto del messaggio: 
voglio spendere una parola per chi in quella terra ci è nato e ora vive da recluso...
la superiorità dell'uomo bianco americano ha visto nell'indiano d'america una seria minaccia - non so dove - e la padronanza del territorio l'ha mostrato a noi come il dominatore di una terra che in teoria non gli apparteneva..
gli indiani sono sempre stati un popolo libero, libero di muoversi a destra e sinistra dove ogni stato aveva la propria tribù. L'uomo bianco non sopportava che qualcuno fosse in grado di dominarlo, di essere più forte...quasi tutti erano popoli devoti alla pace...e non come vengono descritti nei vari film credo di John Whein(si scrive così?)come dei sanguinari e barbari, sono riusciti per anni a salvaguardiare un territorio altrimenti sopraffatto dalle città..cercando di salvaguardare le razze autoctone dell'america...i bisonti e via dicendo..
credo che per il popolo bianco abbia non poco la coscienza sporca...
Autore:  Nicola [ venerdì 23 settembre 2005, 8:47 ]
Oggetto del messaggio: 
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Autore:  western girl [ venerdì 23 settembre 2005, 8:55 ]
Oggetto del messaggio: 
HAi ragione LAdy....
I bianchi comuinciarono a combattere gli Indiani nel 1800, quando comincio' l'espansione verso l'Ovest. Ovviamente i Nativi non volevano avere gente estranea sulle loro terre sacre e allora cercarono di combatterli, ad armi impari.... Poi vennero sterminati anche dalle molte nuove malattie che arriavrono dall'Europa con le colonie... I bianchi hanno costruito le facce dei presidenti sul MOnte Rushmore, senza contare che quello era il Monte piu' sacro per i Nativi, dove andavano a pregare il Grande Spirito e dove vi si rifugiarono in Pellegrinaggio....Ora, per scusarsi dell'errore commesso, stanno costruendo la statua di CAvallo Pazzo in un monte poco distante, ma penso che questo non cancellera' il dolore provato dagli Indiani al momento dell'esproprio e della deturpazione di tale montagna... ora vivono in riserve, considerati come zingari, e solo chi ha la forza di volonta' di costruirsi un futuro migliore riesce ad uscire dal giro vizioso che queste confinazioni forzate, li hanno portati: alcol, fumo, vizio del gioco...
Le riserve sono piccole comunita', dove c'e' un "capo", un consiglio di amministrazione, un posto dove i Nativi possono continuare a danzare, e a pregare il Grande Spirito, e con la forza cercano del gruppo cercano di costruirsi una vita migliore, cercando di uscire dai margini e impegnandosi afar conoscere quello che loro erano e quello che sono ora, guadagnandosi la stima e il rispetto dal popolo bianco, non pieta' e scuse, anche perche' non servirebbero a far portare indietro tutti i martiri e le vittime delle guerre e delle sevizie subite nei secoli scorsi...
Autore:  western girl [ venerdì 23 settembre 2005, 8:57 ]
Oggetto del messaggio: 
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Autore:  Nicola [ venerdì 23 settembre 2005, 9:02 ]
Oggetto del messaggio: 
LUNGA VITA - Navaho
da: "Leggende degli Indiani d'America"

Nella casa della lunga vita io cammino
nella casa della felicità io cammino
la bellezza è davanti a me io cammino con lei
la bellezza è sotto di me io cammino con lei
la bellezza è sopra di me io cammino con lei
la bellezza è tutt'intorno a me io cammino con lei
nel viaggio della vecchiaia io cammino con lei
e sulla pista meravigliosa io cammino con lei
Autore:  Nicola [ venerdì 23 settembre 2005, 9:03 ]
Oggetto del messaggio: 
FRATELLI MIEI - Tatanka Iyotake o Tatanka Yotanka,Toro Seduto, Sioux
da: "Il Grande Spirito parla al nostro cuore"

Guardate, fratelli miei, la primavera è arrivata;
la terra ha ricevuto l'abbraccio del sole
e noi vedremo presto i risultati di questo amore!
Ogni seme si è svegliato.
E così anche tutta la vita animale.
E grazie a questo potere che noi esistiamo.
Noi perciò dobbiamo concedere ai nostri vicini,
anche ai nostri vicini animali,
il nostro stesso diritto di abitare questa terra.
Autore:  Nicola [ venerdì 23 settembre 2005, 9:04 ]
Oggetto del messaggio: 
LA PIOGGIA-BAMBINO - Navajo
da: "49 canti degli Indiani d'America"

Nella Donna-Sorgente ancora una volta,
cade una goccia dell'Uomo-Acqua,
dà vita, all'incontro, alla Pioggia-Bambino.
Autore:  Nicola [ venerdì 23 settembre 2005, 9:06 ]
Oggetto del messaggio: 
LA SAGGEZZA - Vernon Cooper, Lumbee
da: "Il Grande Spirito parla al nostro cuore"

Oggi la gente cerca la conoscenza, non la saggezza.
La conoscenza è legata al passato, la saggezza appartiene al futuro
Autore:  Nicola [ venerdì 23 settembre 2005, 9:07 ]
Oggetto del messaggio: 
PER VOI UOMINI BIANCHI NOI ERAVAMO SELVAGGI- Tatanga Mani
tratto da: "Sai che gli alberi parlano?"

Voi non avete capito le nostre preghiere. Non avete mai cercato per una volta di capirle. Quando noi cantavamo le nostre canzoni di lode al sole, alla luna o al vento, pregavamo idoli ai vostri occhi. Senza capirci, e solo perché il nostro modo di preghiera era diverso dal vostro, ci avete condannato come anime perse.
Noi vedevamo l'opera del Grande Spirito nella sua intera Creazione: nel sole, nella luna, negli alberi, nei monti e nel vento. Talvolta ci avvicinavamo a Lui per mezzo di quello che aveva creato.
Questo era forse cosi male?
Io so che noi crediamo con tutto il cuore all' Essere Supremo, e la nostra fede è forse più forte di quella di tanti bianchi, che ci chiamano pagani. I selvaggi rossi furono sempre più intimamente uniti alla natura dei selvaggi bianchi.
La natura è il libro di quella Grande Forza che voi chiamate Dio e che noi chiamiamo Grande Spirito.
Che gran differenza fa già un nome!
Autore:  Nicola [ venerdì 23 settembre 2005, 9:08 ]
Oggetto del messaggio: 
L' EDUCAZIONE AL SILENZIO - Luther Standing Bear, Orso In Piedi
Tratto da: "Il Grande Spirito parla al nostro cuore"

Si insegnava ai bambini a restare seduti immobili e a prenderci gusto. Si insegnava loro a sviluppare l'olfatto, a guardare là dove, apparentemente, non c'era nulla da vedere, e ad ascoltare con attenzione là dove tutto sembrava calmo.
Un bambino che non può stare seduto senza muoversi è un bambino sviluppato a metà.
Noi respingevamo un comportamento esagerato ed esibizionista poiché lo giudicavamo falso. Un uomo che parlava senza pause era considerato maleducato e distratto.
Un discorso non veniva mai iniziato precipitosamente né portato avanti frettolosamente.
Nessuno poneva una domanda in modo avventato anche se fosse stata molto importante.
Nessuno era obbligato a dare una risposta. Il modo cortese di iniziare un discorso era di dedicare un momento di silenzio a una riflessione comune.
Anche durante i discorsi facevamo attenzione a ogni pausa, nella quale l'interlocutore rifletteva.
Per i Dakota, il silenzio era eloquente. Nella disgrazia come nel dolore, nei torbidi momenti della malattia e della morte, il silenzio era prova di stima e di rispetto. Era così quando ci capitava qualcosa di grande e degno di ammirazione.
Autore:  Nicola [ venerdì 23 settembre 2005, 9:12 ]
Oggetto del messaggio: 
PRIMA CHE ARRIVASSERO I NOSTRI FRATELLI BIANCHI - Cervo Zoppo
tratto da: "Sai che gli alberi parlano?"

Prima che arrivassero i nostri fratelli bianchi per fare di noi degli uomini civilizzati, non avevamo alcun tipo di prigione. Per questo motivo non avevamo nemmeno un delinquente. Senza una prigione non può esservi alcun delinquente.
Non avevamo né serrature, né chiavi e perciò, presso di noi non c erano ladri. Quando qualcuno era cosi povero, da non possedere cavallo, tenda o coperta, allora egli riceveva tutto questo in dono. Noi eravamo troppo incivili, per dare grande valore alla proprietà privata. Noi aspiravamo alla proprietà, solo per poterla dare agli altri. Noi non conoscevamo alcun tipo di denaro e di conseguenza il valore di un essere umano non veniva misurato secondo la sua ricchezza. Noi non avevamo delle leggi scritte depositate, nessun avvocato e nessun politico, perciò non potevamo imbrogliarci l'uno con l'altro. Eravamo messi veramente male, prima che arrivassero i bianchi, ed io non mi so spiegare come potevamo cavarcela senza quelle cose fondamentali che - come ci viene detto - sono cosi necessarie per una società civilizzata.
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