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Il riscaldamento del cavallo http://www.equiweb.it/forum/il-riscaldamento-del-cavallo-t868.html |
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Autore: | Nicola [ lunedì 30 maggio 2005, 19:33 ] |
Oggetto del messaggio: | Il riscaldamento del cavallo |
Inserisco qui il topic perchè desidero che sia del tutto trasversale rispetto alla disciplina: Come riscaldate il cavallo prima del lavoro? Per quanto tempo? Tarate i vostri riscaldamenti sulle vostre specialità. Sapete se la vostra disciplina sviluppa un metabolismo aerobico o anaerobico? |
Autore: | Mela [ lunedì 30 maggio 2005, 20:12 ] |
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Io solitamente scaldo facendo una decina di minuti trottando e galoppando a redini lunghe. |
Autore: | Nicola [ lunedì 30 maggio 2005, 20:14 ] |
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Se ti chiedessi quanto di uno e dell'altro? |
Autore: | trippi [ lunedì 30 maggio 2005, 20:24 ] |
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allora generalmente arrivo in scuderia al mattino (ma anche se si tratta del primo pomeriggio..) e la cicciona dorme...aspetto che si degni di alzarsi o se no la faccio alzare ...lei mi guarda scocciata e poi si stira a mo' di gatto......una volta in sella, una decina di minuti di passo, in maneggio oppure fuori in campagna, poi trotto e galoppo a redini lunghe (come meluccia[:o)]) ...nicola vuoi sapere quanto...direi qualche giro, circoli ampi, cambi di mano, al trotto e al galoppo ancora una decina di minuti tra tutto, dipende un po' da lei,se è carica e ha voglia di giocare la lascio divertire un po', quando mi sembra che si muova bene e che sia pronta ad accettare il lavoro allora si puo' cominciare![:)] |
Autore: | Nicola [ lunedì 30 maggio 2005, 20:27 ] |
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lasciate che sia il cavallo a scegliere il suo trotto, o cercate una particolare cadenza? |
Autore: | trippi [ lunedì 30 maggio 2005, 20:33 ] |
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generalmente un trotto rilassato e regolare non troppo veloce e cmq all' inizio cerco di disturbare il cavallo il meno possibile, inizio a chiedere qualcosa quando cominciamo il lavoro vero e proprio. |
Autore: | kimberley [ lunedì 30 maggio 2005, 21:06 ] |
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io normalmente faccio 10-15 al passo. in questi dieci -quindici minuti comincio gradualmente a lavorare il cavallo, a raccoglierlo e scioglierlo nel limite del possibile.. i primi 10 minuti di trotto variano a seconda della situazione e disponibilità del cavallo. se lo richiede lo lascio in distensione sennò comincio a raccoglierlo e continuo a scioglierlo.. se dopo questo tempo il cavallo è pronto finisce il lavoro di scioglimento e comincia il lavoro più impegnativo.. questo sia per il dressage che per l salto ostacoli. chiaro che un piano del genere varia tutti i giorni, ma in linea di massima è così [:)] |
Autore: | n/a3 [ lunedì 30 maggio 2005, 21:12 ] |
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io comincio facendo 10 min di passo, dopo circa 10 min di trotto e galoppo rilassato e poi comincio a impegnare di è il cavallo con circoli flessioni spalle in dentro e i fuori cambi di andatura |
Autore: | Ck_Be [ lunedì 30 maggio 2005, 21:32 ] |
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allora io salgo faccio 5 minuti di passo in scioglimento verso il basso...al trotto ancora scioglimento verso il basso per un totale di 15 minuti tra le 2 mani...galoppo un po' ancora verso i basso 5 minuti tra tutte e 2 le mani...poi gli dò 5 minuti di passo...poi lo prendo in mano al trotto e lavoro anche su 2 piste e transizioni per circa 10 min...galoppo in mano cn variazioni di ritmo per 5 minuti.. poi se c'è da saltare salto sennò lavoro ancora 5 minuti su spalle in dentro,groppa in fuori,appoggiate,cessioni...e molte transizioni.. nella prima fase al trotto cerco di fargli tenere un buon ritmo per farlo appoggiare al filetto.. le 2 settimane prima delle gare faccio condizione,quindi galoppo un po' di più a cadenze più alte.. |
Autore: | Sonika [ lunedì 30 maggio 2005, 21:40 ] |
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Io ho una cavalla vecchiarella (24 anni) e anche se al contrario di molti cavalli da fredda non dimostra particolari rigidità inizio con 5-10 minuti di passo a redini lunghe, a seguire trotto (redini lunghe e corte) e galoppo (anche qui redini lunghe e corte). Diciamo che la mia tabella di marcia cambia molto in base al periodo. In inverno la cavalla ha poche possibilità di stare in paddock ed è un po' "incriccata" sui posteriori allora prima di salire la faccio prima passeggiare almeno 5 minuti a mano. Non so se da questa cosa ne tragga molto giovamento, ma di certo male non le fa. D'inverno, sempre per il fatto che esce meno ed è più carica per primi giri di trotto preferisco mantenere il contatto con la bocca, perchè essendo una cavalla in avanti non vorrei che "esagerasse" con il rischio di farsi male. Quando poi è più rilassata passo al trotto a redini lunghe. Adesso che è in paddock 24ore al giorno è più rilassata quindi mi permetto di fare trotto a redini lunghe anche per i primi giri. Per quanto riguarda il galoppo solitamente inizio sempre mantenendo il contatto, sempre per il motivo che alla cavalla piace molto avanzare e quindi evitare che si faccia male con movimenti azzardati quando non è ben calda. In generale durante il (non) lavoro che faccio alterno sempre le andature mantenendo il contatto o lasciando le redini lunghe. |
Autore: | Red Pearl [ martedì 31 maggio 2005, 9:18 ] |
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Copio e incollo,una parte del mio testo di fisioterapia....Spero vi possa essere utile [:)] RISCALDAMENTO Chiunque guidi un’automobile sa che, subito dopo aver messo in moto, non può portare immediatamente il motore a 6000 giri. Lo stesso vale per il caval1o le arterie e le vene devono avere il tempo di dilatarsi opportunamente portando ossigeno e nutrimento ai muscoli, muscoli e tendini devono stirarsi, per essere più elastici. Lavorare specie in clima freddo, senza un opportuno riscaldamento, significa accumulare tossine rapidamente; gli attacchi di mioglobinuria infatti sono più gravi con le temperature fredde, quando tendini e muscoli rigidi sono più soggetti a strappi. oltre al fatto che un tendine e un muscolo più elastici permettono una battuta più ampia che si traduce in un aumento di velocità e scatto con pari fatica. La fase di riscaldamento stimola poi anche la milza a contrarsi, mettendo in circolo più globuli rossi. Un lavoro di riscaldamento consiste per esempio in 700-1000 metri di trotto tranquillo, poi in un minuto di passo. poi ancora 2-3000 metri a trotto o canter a seconda del programma di lavoro, alla velocità massima di 500 metri/minuto. Alcuni potrebbero obiettare che questa seconda fase del riscaldamento è un po troppo riscaldante Si noti però che ho parlato di velocità massima e che quindi questa va adattata al tipo di lavoro in programma e allo stato di allenamento del cavallo, e inoltre è riferita a un cavallo in piena condizione. Se si tratta di un galoppatore andranno bene 500 metri al minuto, mentre per un cavallo da concorso sono più indicati 300 metri al minuto.In un cavallo poco allenato, al principio della fase di condizionamento muscolare, i tempi e le velocità vanno ridotti proporzionalmente. A questa intensità il riscaldamento è preparatorio a un lavoro di condizionamento muscolare, non va quindi applicato in queste modalità nei giorni in cui venga programmato il lavoro di fondo (cfr. oltre) o il lavoro di addestramento. Il lavoro di fondo non necessita di riscaldamento: l’addestramento necessita di una fase di riscaldamento meno intensa in quanto più dedicata agli esercizi di apprendimento e di ginnastica. Il condizionamento muscolare invece, richiedencio i’inpegno massimale dei muscoli, necessita appunto di un’adeguata preparazione e della presenza in circolo della maggior quantità possibile di globuli rossi. Visto che ci sono,inserisco direttamente anche il raffreddamento RAFFREDDAMENTO Alla fine di ogni lavoro il cavallo non va fermato immediatamente, ma ha bisogno di un periodo di raffreddamento. Il fine del raffreddamento e quello di metabolizzare l’acido lattico residuo, che viene bruciato a sua volta per la produzione di energia nei lavori di bassa intensità, e di portare gradatamente la temperatura corporea del cavallo a quella dello stato di riposo. Un cavallo sudato ha bisogno di asciugarsi gradatamente; metterlo bagnato in box significa provocare un calo repentino della temperatura — dovuto all’evaporazione —, se mantenuto in lavoro leggero, il cavallo produce quel tanto di calore necessario ad asciugare il sudore senza produrne ulteriormente. Da notare che il sudore — essendo ricco di sale — trattiene l’acqua e impedisce quindi un buon asciugamento; è necessario quindi lavare il cavallo e strigliarlo, nè più né meno come quando facciamo una buona doccia tiepida dopo un esercizio fisico in cui abbiamo sudato abbondantemente. La doccia gelata non favorisce il raffreddamento anzi, provocando una costrizione riflessa dei vasi cutanei impedisce l’effetto “radiatore” con relativa dispersione di calore; la miglior doccia è quella a temperatura corporea. |
Autore: | Andrea [ martedì 31 maggio 2005, 9:26 ] |
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Prego, spiegare il concetto di metabolismo "aerobico o anaerobico" grazie, per me ignorante. ciao nico'(ma quanto mi sei tecnico) |
Autore: | Red Pearl [ martedì 31 maggio 2005, 9:33 ] |
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IL LAVORO DI FONDO Il lavoro di fondo sono le fondamenta su cui poggia tutta la costruzione che il preparatore atletico si propone di eseguire. Il lavoro di fondo non è mai troppo, come le monete raccolte nel salvadanaio; giorno per giorno, senza accorgercene, viene messo via un piccolo tesoro. È come il Jogging, in pratica tanto trotto a cadenza media con il cavallo rilassato, incollatura normalmente distesa; l’ideale poi è una bella trottata in campagna. Il muscolo impara a utilizzare per la combustione i grassi anziché gli zuccheri, quindi brucia energia senza scorie e bruciando produce acqua, che viene poi utilizzata per il raffreddamento. Ha varie funzioni: anzitutto essendo un lavoro aerobico modella il cavallo, i grassi si bruciano e si perde peso superfluo; il cavallo sviluppa capacità aerobica, con il lavoro lento continuo nel tempo le strutture ossee vengono stimolate, per cui l’osso stesso si rimodella secondo le linee di forza delle sollecitazioni: tendini, legamenti e cartilagini ricevono quella ripetuta serie di stress che stimolano il loro rafforzamento. il cavallo acquista scioltezza e coordinamento nei movimenti,crea col suo cavaliere quel rapporto di fiducia e quell’ “empatia” indispensabile per la corretta esecuzione degli esercizi,vede il mondo intorno a sé e ci si abitua, si rilassa psicologicamente E spesso il lavoro più negletto perché ritenuto noioso e monotono eppure è alla base di tutto, senza questo non ha senso il resto. Senza lavoro di fondo si ottengono dei colossi con le gambe di argilla. Il lavoro di fondo inizia già in allevamento, quando il cavallo è puledro, ma si continua con la doma e il lavoro di preparazione atletica. In pochi mesi si è già in grado, con le tecniche di condiziona mento muscolare, di far sviluppare al cavallo velocità e prestazioni sempre migliori ed entusiasmanti; poiché però il consolidamento avviene molto più lentamente e tramite il lavoro negletto e noioso (che non viene fatto), i nodelli cominciano a gonfiarsi, i tendini-a scaldarsi, i piedi a dolere... insomma, il cavallo va a pezzi. Un cavallo impiega circa due anni a consolidarsi con un lavoro di fondo; purtroppo, questo contrasta con le esigenze di alcuni tipi di gare, per esempio le corse in cui il cavallo a tre anni deve essere in grado di dare il massimo di sé. Ma se nel cavallo da corsa esistono dei binari fuori dai quali non si può andare per esigenze organizzative, nel cavallo da sella que sto limite non esiste; e infatti le prime gare sono programmate a 5 anni di età, considerando che il cavallo tra i 7 e i 10 è al mas simo della potenza fisica e dopo acquista esperienza e saggez za che si accompagnano però al lento declino. LAVORO DI VELOCITÀ Lo scopo di questo lavoro è quello di aumentare la velocità di punta del cavallo, il che non si limita alla corsa; si intendono tutte quelle situazioni in cui sono richiesti scatto e contrazione rapida e veloce della muscolatura. Nel lavoro veloce la specificità è molto importante, mentre nel lavoro di fondo e nel riscaldamento i programmi di lavoro sono più o meno simili. Nel lavoro di velocità si deve essere specifici, anche perché, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, le fibre muscolari si condizionano a un determinato tipo di lavoro. Un cavallo in buone condizioni atletiche è senz’altro più preparato a ogni tipo di competizione di un cavallo meno allenato, ma nell’ambito dì uno stesso tipo di gara il cavallo meglio pre parato specificamente è avvantaggiato. In questo tipo di lavoro gli scopi sono essenzialmente due: cercare di innalzare la soglia aerobica, in modo da consentire al cavallo di sviluppare potenza senza accumulare acido lattico, e migliorare il rendimento del muscolo e la sua capacità contrattile. Per far questo con l’allenamento specifico vengono selezionate e sviluppate i tipi di fibre aerobiche lente o veloci e anaerobiche veloci più adatte allo scopo prefissato. La tecnica usata è quella dell’interval training. Va iniziata dopo che il cavallo ha avuto una buona base di lavoro di fondo e si presenta in buona condizione atletica, quando è quasi pronto: I’ interval training è un lavoro di finitura, da farsi su soggetti già in buone condizioni. A questo stadio il cavallo deve arrivare gradatamente, senza stress, dev’essere un atleta con appetito, allegro, sereno e soprattutto con le gambe in ordine. Poiché questo tipo di lavoro è quello in cui vengono sviluppate le velocità massime (quelle che rompono i cavalli), non si deve applicare questo tipo di lavoro su soggetti deboli. La macchina cavallo infatti è stata creata per correre, e la natura ha fatto in modo di ottimizzare a questo scopo tutta la sua struttura. In proporzione agli altri mammiferi, il cavallo ha 18 costole anziché 13, quindi la gabbia toracica che racchiude i polmoni e il cuore è più ampipia, proprio per poter lasciare più spazio a questi organi. Le ossa degli arti si sono sviluppate allungandosi e concentrando tutta la loro forza sul dito medio, per evitare dìspersioni di energia. La struttura articolare è fatta in modo da incanalare in avanti la spinta propulsiva data dai muscoli. La capacità aerobica, cioè quella di bruciare ossigeno, è di 160 ml/kg di peso, contro gli 80 ml/kg dell’uomo. I globuli rossi arrivano a 13.000.000 per mm.cubo contro i 5 dell’uomo e alti-e specie, sono più piccoli per essere tanti e poter trasportare più ossigeno senza aumentare la viscosità del sangue che, se necessario, può quindi fluire veloce nei vasi. Grazie alla somma di tutti questi fattori, durante il massimo dello sforzo, il cavallo è in grado di aumentare il consumo di ossigeno (a parità dipeso) di 35 volte, contro le 12 volte dell’uomo. In natura infatti, sebbene esistano animali più veloci nello scatto, pochi sono in grado di reggere velocità elevate per lunghi periodi di tempo come il cavallo.Il cavallo è un atleta superiore. Poiché però le leggi fisiche delle accelerazioni, dei carichi e dei pesi sono immutabili, di conseguenza la struttura viene sollecitata notevolmente e deve essere in grado di reggere lo sforzo. I problemi insorgono con i soggetti con conformazione debole o con quelli mal preparati, ed è in questi casi che si dimostra l’abilità e il buon senso dell’uomo di cavalli che sa dosare il lavoro. Non sono da consultare le tabelle, basta la sensibilità, l’esperienza, il buon senso e il rispetto. Il lavoro in velocità consiste essenzialmente in corse veloci per tratti più o meno lunghi (200-1000 m), intervallato da passo o trotto; in questo modo è un sistema che funziona bene, usato sempre con buon senso. |
Autore: | Red Pearl [ martedì 31 maggio 2005, 9:36 ] |
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INTERVAL TRAINING Questo tipo di lavoro consiste in brevi sessioni di lavoro di alta intensità (sprint) intervallate da brevi sessioni di riposo (movimento leggero). Le regole dell’intterval training sono: 1) multipli sprint anaerobici; 2) corse più brevi della distanza prefissata; 3) velocità degli sprint uguale o maggiore della velocità prefis sata; 4) periodi di riposo tra sprint successivi abbastanza lunghi da dare un parziale recupero ma sufficientemente brevi da mantenere un livello di acido lattico tale da stimolare una resistenza anaerobica; 5) corrette procedure di riscaldamento e raffreddamento. Questo tipo di lavoro permette di ottenere un carico anacrobico senza gravare troppo sulle strutture ossee e articolari. La maggior parte delle lesioni agli arti si verifica verso la fine della corsa, quando l’accumulo della stanchezza non consente un sufficiente coordinamento e forza da parte dei muscoli e dei tendini. |
Autore: | Red Pearl [ martedì 31 maggio 2005, 9:42 ] |
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Andrea ha scritto: Prego, spiegare il concetto di metabolismo "aerobico o anaerobico" grazie, per me ignorante. ciao nico'(ma quanto mi sei tecnico) IL SiSTEMA ANAEROBICO Nel sistema anacrobico per la produzione di ATP l’organismo brucia gli zuccheri contenuti nei muscoli e in altri organi; nel bruciare questi zuccheri viene prodotto acido lattico, il cui accumulo con altre sostanze causa un’incapacità del muscolo a contrarsi, oltre a una sensazione di fatica. E un sistema che permette la produzione di notevoli quantità di energia in assenza di ossigeno; viene utilizzato per sforzi inten si e di breve durata, come per esempio, quando facciamo 100 metri alla nostra velocità massima possibile o come quando sol leviamo ripetutamente dei grossi pesi. La fatica si instaura ben presto, lo “sporco” prodotto impedisce al muscolo di lavorare efficacemente e, se il lavoro prosegue con la stessa intensità, le forze cedono. in condizìoni anaerobiche estreme ìi lavoro può durare pochi minuti in quanto limitato non dalla quantità di carburante disponibile (come nel caso del creatin-fosfato), ma dalla quantità di “tossine” prodotte. IL SISTEMA AEROBICO Nella produzione di energia (ATP) con il sistema aerobico, vengono bruciati i carburanti in presenza di ossigeno con produzione di acqua (1-120) e anidride carbonica; il principale carburante sono i grassi e, in misura minore e meno redditizia, le proteine. Nel sistema aerobico quindi i grassi vengono bruciati in presenza di ossigeno eliminando acqua (con il respiro, col sudore e le urine) e anidride carbonica (col respiro). Questo spiega per esempio il successo della ginnastica aerobica; si bruciano i grassi accumulati con abitudini alimentari sbagliate e vita sedentaria, I tre sistemi non agiscono isolatamente ma si integrano nel corso dell’attività fisica assumendo maggiore o minore rilievo reciproco, a seconda del tipo di esercizio svolto. In una corsa in piano ad esempio la prima parte è prevalentemente aerobica lo sprint finale anaerobico. Senza considerare il primo sistema energetico (in quanto di durata effimera) abbiamo sostanzialmente due tipi di metabolismo: anaerobico e aerobico, il primo impiegato per lavori intensi e veloci, il secondo per lavori prolungati e a velocità inferiori. Così, un cavallo che corre tra i 400e 1200 metri esegue un lavoro anaerobico, uno da concorso ippico esegue un misto aerobico e anaerobico (anaerobico sugli ostacoli, aerobico tra un ostacolo e l’altro), un cavallo nella prova di campagna del completo un lavoro misto prevalentemente aerobico, un cavallo da endurance quasi esclusivamente aerobico, un cavallo da dressage prevalentemente aerobico. |
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