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 Black Stallion (film, telefilm, libro, sequel) 
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Messaggio Black Stallion (film, telefilm, libro, sequel)
Per emozionarsi un po' e per far conoscere a chi ancora non l'ha visto, questo bellissimo film (e leggete anche il libro se lo trovate!) vi posto alcuni estratti in ordine cronologico :wink:

E' in inglese, ma non fa mai male :roll:

Prima parte

Seconda parte

Terza Parte

Parte Quarta

Parte Quinta

Corsa parte 1

Corsa parte 2

Corsa parte 3

"""

Sigla del telefilm (chiunque sappia dove reperirlo, mi faccia sapere, ne andavo matta!)

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giovedì 28 giugno 2007, 20:41
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neanke a farlo apposta...l'ho riguardato giusto l'altro ieri! :wink: arya se lo vuoi io ce l'ho in cassetta...ma dartelo mi sembra1pò difficult. :(

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giovedì 28 giugno 2007, 20:43
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Hai il telefilm? (il film ce l'ho :wink: ) Quello che mandavano la mattina poco prima dell'ora di pranzo? :roll:
Non uscivo mai di casa per vederlo :cry:

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giovedì 28 giugno 2007, 20:46
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no quello no...ma quanto tempo fa lo faceva in tv?

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giovedì 28 giugno 2007, 20:55
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Eh... :roll: credo un 10-15 anni fa :roll:

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giovedì 28 giugno 2007, 20:57
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ahahah avevo si e no 5anni...nn credo ke lo guardavo! :lol: cmq tu pensa...ora hai postato tutto il film qui....e io c'ho messo 2anni quasi x trovarlo in cassetta! :( potevo metterlo prima!

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giovedì 28 giugno 2007, 20:58
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Avevo letto il libro da piccolissima, ma era strappalacrime e mi aveva sconvolta.

Il telefilm non l'ho mai visto... non vedevo né vedo la TV, quasi mai (tranne Dawson's Creek, of course, ma quella non é TV, é arte :lol: :lol: )

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giovedì 28 giugno 2007, 21:14
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al tempo di dawson creek avevo 11 anni.....ahhhhhhh ke bei tempi..... :cry:

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giovedì 28 giugno 2007, 21:16
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Pascal ha scritto:
Avevo letto il libro da piccolissima, ma era strappalacrime e mi aveva sconvolta.

Il telefilm non l'ho mai visto... non vedevo né vedo la TV, quasi mai (tranne Dawson's Creek, of course, ma quella non é TV, é arte :lol: :lol: )


No Pascal, così mi fai cadere il mito che mi ero fatta di te :lol: Su DC ci posso stare ma per 2 serie.. le restanti.. no comment.

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giovedì 28 giugno 2007, 21:22
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No no aspetta voglio rimanere sul piedistallooooooooooooooooooooo :lol: :lol:

Facciamo almeno le prime tre serie!! Eh? Eh?

Eppoi, ho imparato piú vocaboli in inglese e piú strutture grammaticali guardando quella serie, che in anni e anni di studio!

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giovedì 28 giugno 2007, 21:32
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Allora va bene, il piedistallo é ancora tuo :lol:

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giovedì 28 giugno 2007, 21:35
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Uhm, alas, sono cotta. Ma sul serio. Avevo capito Black Beauty, non Black Stallion.

Di Black Stallion non ho mai letto il libro, e non so se sia strappalacrime! Avevo visto il film, e non lo ricordo assolutamente...

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giovedì 28 giugno 2007, 21:37
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Non ho appositamente citato Black Beauty perché dopo 7 volte che lo vedevo, son riuscita ad arrivare alla fine senza piangere, così come Nestore L'Ultima Corsa :cry:

Copio e incollo :wink:

Alec Ramsey e suo padre sono partiti per un viaggio di piacere, imbarcandosi su una nave che, all'inizio delle riprese, si trova al largo della costa africana. Il ragazzo va in giro bighellonando tutto il giorno mentre il padre, appassionato giocatore di carte, mette a segno una vittoria in un match di poker con gli altri passeggeri il cui bottino è ghiottissimo: pietre preziose, denaro, gioielli e alcuni oggetti di valore, tra i quali una miniatura di Bucefalo, il leggendario cavallo di Alessandro il Grande. Durante una delle sue passeggiate, Alec assiste al tentativo di doma, da parte di alcuni uomini di origine berbera, di un magnifico stallone nero, un purosangue arabo di giovane età, nel pieno del vigore fisico e della sua bellezza. Il bambino rimane talmente affascinato dall'animale che, una volta andati via gli uomini, tenta un approccio con il cavallo offrendogli degli zuccherini che vengono voracemente consumati. Uno degli uomini si accorge del fatto, e parlando in una lingua ad Alec incomprensibile, prendendolo di peso, sembra intimargli di stare lontano dall'animale e di allontanarsi immediatamente da lì. Il bambino torna in cabina dove il padre, fresco di trionfo, si appresta ad analizzare le vincite. Mr Ramsey si mette subito alla ricerca di qualche oggetto da regalare al proprio figlio, e trova così un coltellino da sopravvivenza con il manico in madreperla, e la miniatura del cavallo. Segue la narrazione della leggenda legata ad Alessandro il Grande e Bucefalo. Il cavallo era stato portato in una grande arena per essere ucciso: era troppo selvaggio per essere cavalcato e troppo irrequieto per non nuocere. Alessandro, introdottosi nell'arena, saltò in groppa all'animale e con esso se ne andò, lasciando la folla stupefatta e incredula. Alec segue con meraviglia il racconto del padre e osserva la miniatura con aria sognante, forse stabilendo un parallelismo con il cavallo poc'anzi visto.


Cala la notte, e in seguito ad una forte scossa ai passeggeri viene dato l'allarme: la nave ha subito un guasto, sta imbarcando acqua molto rapidamente e in più nella cabina esterna è scoppiato un incendio. La magia del racconto e l'atmosfera familiare del colloquio tra padre e figlio lascia il posto a immagini cupe e drammatiche: i passeggeri, nel panico totale, lasciano le proprie cabine tentando di mettersi in salvo, tra urla, incidenti e terrore generale. Il berbero che poche ore prima ha allontanato Alec dal cavallo tenta di sottrargli il giubbetto di salvataggio, ma Mr Ramsey interviene mettendolo al tappeto. Lascia poi Alec attaccato ad un manico antipanico per andare a dare una mano per sedare l'incendio, ma a quel punto la nave cola a picco. Alec sente il nitrito del cavallo imbizzarrito e rinchiuso nella stalla, gli apre lo sportello e lo vede gettarsi in mare. Le oscillazioni della nave si fanno sempre più gravi e Alec si ritrova a sua volta in mare, libera il cavallo dalle corde che, nella confusione, si erano legate per tutti gli arti dell'animale per mezzo del coltello del padre, e...


Si risveglia sulla costa di una spiaggia. Attorno a sè un paesaggio totalmente sconosciuto e selvaggio, dall'aspetto minaccioso ed estremamente roccioso. Vaga completamente sconvolto per la costa fino a che non trova una grotta entro la quale ritirarsi per la notte. Il giorno successivo, di nuovo quel nitrito, acuto, rabbioso ed estremamente sofferente: era lui, il cavallo nero che, in seguito al naufragio, approdato anch'esso su quelle coste, era rimasto intrappolato e legato dalle corde che erano rimaste. Alec gli si avvicina e lo libera. E' una scena estremamente ricca di tensione. Il cavallo, ormai esausto, alterna momenti di stanchezza a pericolose reazioni, calci, sgroppate e morsi. Il bambino riesce comunque a liberarlo e, rimasto con la capezza nelle sue mani, lo vede allontanarsi al galoppo più spinto.


I giorni successivi vengono utilizzati dal bambino per esplorare quella che si rivelerà essere un'isola, alla ricerca di segni di civiltà, di un eventuale aiuto e di cibo. L'angoscia, la solitudine e l'assenza di riferimenti, tutti questi sentimenti del bambino vengono resi in modo eccezionale, e la natura, impervia e spietata ma allo stesso tempo bellissima, accentua ancora di più il senso di disorientamento del bambino. La fame si fa sempre più acuta, e la stanchezza accusata da Alec lo porta ad addormentarsi. Al suo risveglio, trova davanti a sè un pericolosissimo serpente, che sul momento di attaccare il bambino, viene ucciso e sotterrato dal cavallo.


Da questo momento in poi, il cavallo e il bambino inizieranno a osservarsi da lontano, quasi a volersi studiare a distanza, avvicinandosi gradualmente. Il bambino comincia a muoversi con maggiore sicurezza, sia in termini pratici che per quel che riguarda il cibo. Le immagini sono estremamente suggestive quando, tuffatosi in acqua, ne raccoglie delle alghe e dei frutti di mare. Il primo contatto fisico tra Alec e il cavallo avviene solo dopo qualche giorno quando il bambino, raccolte alghe ed erbe appositamente per il cavallo, prova a fargliene mangiare dalle proprie mani. Le immagini scorrono emozionantissime sullo sfondo di un paesaggio magnifico: è quasi il tramonto, il mare è calmo, e la conca rocciosa entro la quale avviene il loro approccio è un luogo paradisiaco. Il cavallo, dapprima titubante, si avvicina man mano, e cibatosi delle alghe di Alec, comincia a giocarci insieme: Alec corre, e il cavallo lo insegue. Sul volto del bambino compare un sorrido radioso, e il cavallo appare man mano più disteso e meno contratto. Il tutto culmina con un lunghissimo abbraccio e con coccole a profusione. Non erano più soli, ma avevano trovato un amico l'uno nell'altro.


Stupendo è il momento in cui Alec, forse memore del racconto del padre, attrae furbescamente il cavallo in acqua per poi montargli in groppa. I tentativi di cavalcarlo sono accompagnati da un'orchestra magnifica, che ne scandisce le puntate, le cadute e l'impeto. Cavallo e cavaliere trovano il loro equilibrio in una sintonia del tutto armonica, e ritrovano la fiducia in loro stessi attraverso il loro stare uniti in quel momento di difficoltà fisica ed emotiva.


Qualche giorno dopo, approdano sull'isola alcuni pescatori che, non riuscendo a comunicare col bambino per via delle lingue diverse, e ritenendo il cavallo pericoloso per l'incolumità di Alec, lo prendono di peso e lo conducono sulla propria imbarcazione per trarlo in salvo. Ma il cavallo, Black, li segue a nuoto, e li costringe ad abbassare la diga per farsi caricare a bordo.


Quello che più colpisce di questa prima parte del film è la totale assenza di dialoghi. Dopo il naufragio ha seguito una buona mezzora di riprese completamente mute, che rendono bene le idee di solitudine e disorientamento che Alec, e forse anche il cavallo, provano nello stare su quell'isola dimenticata da Dio. La voce del mare, lo scoppiettare del fuoco, il vento e la pioggia: le voci della natura sono le protagoniste assolute di questo primo capitolo del film. A riprova del fatto che i sentimenti non hanno bisogno di parole per nascere, crescere ed essere espressi.


Alec viene riportato a casa propria, dove lo attende una calorosa festa di bentornato, sia a scuola che in famiglia. Lo attendono i compagni di scuola, la cuginetta, gli amici e sua madre, ancora incredula ma visibilmente felice di aver ritrovato almeno il proprio bambino: il padre di Alec è infatti dichiarato disperso nel naufragio, e ormai non è possibile nutrire più alcuna speranza di rivederlo. L'inserimento di Black nella vita di un mondo moderno è molto difficile, sia per l'indole del cavallo, sia per le troppe novità a lui presentatesi. Il cavallo fugge via, ma Alec lo insegue, e dopo mille peripezie lo trova. Black è stato catturato da Harry, un pensionato con un passato da fantino e trainer che si è ritirato nella tranquillità della campagna. Harry prende Alec in simpatia, e gli permette di tenere il cavallo presso di lui, alloggiandolo nella stalla e usufruendo delle sue strutture. Pur essendo fuori "dal giro" ormai da diverso tempo, l'ex fantino comincia a notare le qualità di Black: struttura fisica dolicomorfa, sangue, carattere e velocità impressionanti gli fanno pensare di poterlo preparare per la corsa di cavalli che si svolge all'ippodromo di Santa Anita, dove i più forti cavalli del mondo si sfidano in una corsa mozzafiato per salire sul gradino più alto del podio.


Tra Alec ed Harry nasce e cresce una complicità commovente, intensissimi sono i momenti in cui i due si cimentano nell'addestramento, o meglio, nell'addomesticamento del selvaggio Black. In breve tempo, nel cuore di entrambi nasce e si rafforza la convinzione che quel match sarebbe stato molto importante per loro stessi, un traguardo assolutamente da tagliare per riscattare se stessi e dimostrare il loro valore. Dopo aver superato le rimostranze di una preoccupatissima mamma di Alec, che considerando i pericoli di una corsa all'ippodromo teme di poter perdere, dopo il marito, anche il figlio, ottenuto anche il suo benestare, Black, Harry e Alec si apprestano alla partenza alla volta dell'ippodromo. Il viaggio in treno è accompagnato da un sottofondo musicale molto intenso di chitarra acustica, che riesce a rendere alla perfezione l'idea dell'inquetudine insediatasi nei cuori dei protagonisti: un Alec che sta vicino al suo Black, e un Harry insonne che fissa il vuoto con occhi sbarrati.


Il trio è circondato da sguardi interrogativi: chi saranno mai questi sconosciuti che, dal nulla, hanno l'ardire di sfidare l'Olimpo del galoppo mondiale? Un ragazzino, uno stallone nero dall'aria poco raccomandabile e un'anziano signore addetto ai lavori. La curiosità del pubblico sugli spalti è evidente, gli sguardi corrucciati degli altri fantini scrutano il binomio per cercare di capire qualcosa su di loro, e Black, sentendo un carico d'attenzione eccessivo su di sè, si imbizzarrisce e va a scontrarsi con Salrider, un nevrilissimo stallone sauro designato come uno dei favoriti. I cavalli fanno il loro ingresso nelle gabbie, e all'aprirsi dei cancelli si scatenano in una corsa a perdifiato. Black e Alec inizialmente in difficoltà trovano la loro magica sintonia, diventano una cosa sola con un unico obiettivo: far mangiare la polvere a Saiglund e Salrider. Durante l'ultimo giro Alec chiude gli occhi e la sua mente vaga, e fa ritorno a quei giorni felici sull'isola dove, galoppando in groppa al suo Black, alzava le braccia al cielo quasi a voler abbracciare tuto il mondo. Riapre gli occhi, taglia il traguardo e la felicità per la vittoria fa in modo che la scena si ripeta. Sugli spalti la folla è in delirio, la mamma e la cugina di Alec gioiscono e Harry rasenta per poco un infarto.


Il momento della premiazione è molto toccante. Il cavallo viene medicato nelle ferite provocatesi durante il litigio con Salrider e viene proclamato vincitore, con il suo "Alec il Grande" in sella. Poco dopo, in un momento di intimità tra i due, Alec mostra al suo Black la miniatura di Alessandro il Grande, il cavallo la sfiora con il muso e osserva l'orizzonte con lo sguardo fiero e possente di un campione.


Il cavallo protagonista del film, un purosangue arabo dalla pregiatissima linea di sangue, si chiamava Cass Olè, aveva uno splendido manto morello e una fisicità statuaria. Durante le riprese, nelle scene più pericolose, sono state utilizzate diverse controfigure, ma i passaggi cruciali sono stati interpretati tutti da lui che, grazie ad uno splendido Corky Randall, celebre addestratore di cavalli, ha saputo rendere la propria interpretazione a dire poco magica.


Alec, impersonato da un Kelly Reno bambino ma già artisticamente molto bravo, è un personaggio in perenne evoluzione nel corso della storia, un bambino che, seppure giovanissimo, fronteggia le più temibili avversità della vita e i più grandi dolori con la maturità di un uomo, e che fa dell'amicizia e dell'amore per quest'animale, il cavallo, il punto di forza per la propria crescita.


La mamma di Alec, una Teri Garr molto intensa e combattuta tra la paura e la comprensione, è un vero e proprio cammeo. Una madre che, sebbene di fronte a un dolore gravissimo come può essere quello della perdita del marito, e di fronte alla paura di perdere anche il suo unico pargolo, riesce comunque a leggere nel cuore del figlio e a pronunciare quel tanto sospirato "Va bene Alec" che spalancherà le porte dei loro cuori ad una felicità completa e totale.


Che dire di Harry, di Mickey Rooney, questo simpatico e panciuto vecchietto che può vantare la propria partecipazione a una miriade di film a sfondo equestre (chi non ricorda Gran Premio con Elizabeth Taylor?)? Hatty, ormai stanco e demotivato, ritrova la propria linfa vitale dando una mano al binomio nella propria preparazione atletica, riscattando sè stesso e il suo torpore melanconico e dando la possibilità ad Alec e Black di realizzare il loro sogno più grande.


Un film in cui, senza troppe parole, viene illustrato quanto valori come l'amicizia, l'amore e la passione, quanto la famiglia, quanto il rapporto con un animale possano essere indispensabili nella vita, e quanta felicità possano dare a chi presti attenzione, cura e rispetto ad essi.

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giovedì 28 giugno 2007, 21:41
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Danke!
Con questo chiudo con l'OT e mi ritiro elegantemente dalla discussione dove sto facendo un danno dopo l'altro:
l'errore piú bello negli esami corretti (la lista degli errori piú belli gira in Dipartimento ogni anno, questo é ancora imbattuto): una ragazza, parlando della donna idealizzata (sul piedistallo) nella tradizione petrarchista inglese, scrisse (ma per tutto il paper eh, non solo una volta), anziché on the pedestal, on the pedal stool

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giovedì 28 giugno 2007, 21:44
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Official Web Site: http://www.theblackstallion.com


OT: Ma povera ragazza! Sono tanto solidale con lei :roll: Una volta scrissi in un compito di Italiano (più volte anch'io, che avessi fatto copia/incolla con il cervello? :lol: ) "Il narratore é innocente" invece di "onniscente"... e la professoressa nella correzione: "Povero, di cosa lo avevano accusato?" :oops:

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giovedì 28 giugno 2007, 21:48
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