Si tratta di una malattia respiratoria molto contagiosa (cioè molto facilmente trasmissibile da
un soggetto all’altro), di solito con decorso acuto. Il virus penetra nell’organismo per via
inalatoria ed ha un periodo di incubazione che varia da uno a tre giorni.
Questa malattia si manifesta solitamente con un aumento della temperatura corporea che può
essere anche notevole ( 41°); vi è scolo dal naso come conseguenza della rinite catarrale che
può associarsi anche ad una laringotracheite e ad una bronchite. Il soggetto colpito si
presenta depresso, manifesta difficoltà nella deambulazione per i dolori muscolari associati a
questo stato morboso e, nella maggior parte dei casi, presenta tosse che può persistere da una
a ben tre settimane dall’inizio della febbre.
Il tempo in cui l’influenza si risolve è variabile e dipende dall’insorgenza e, in questo caso
anche dalla tipologia di eventuali complicazioni ; infatti tale situazione rende il soggetto più
sensibile ad altri patogeni, come ad esempio lo Streptococcus Equi, responsabile dell’adenite,
oppure, soprattutto se trascurata, l’influenza può evolvere in una vera e propria polmonite..
Da tutto ciò risulta chiaro il grande aiuto che ci fornisce la vaccinazione, la quale ci mette in
grado di proteggere i cavalli dall’infezione e, comunque, di ridurre l’entità dei sintomi nonché
l’eliminazione del virus nell’ambiente se i soggetti sono vaccinati.
Lo schema vaccinale di base prevede due interventi (la prima vaccinazione e un richiamo) a
distanza di 21 giorni (si può arrivare fino a 92 giorni) l’uno dall’altro, da attuarsi nei puledri
quando abbiano compiuto il quarto mese di vita oppure nei soggetti adulti qualora risultino non
vaccinati. E’ consigliato, dopo queste prime due vaccinazioni di base, un richiamo dopo sei
mesi ( alcuni enti lo richiedono obbligatoriamente ) e poi richiami annuali ( entro lo scadere dei 365 giorni dalla data dell ultima vaccinazione)
