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 POESIA 
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Messaggio POESIA
adoro la poesia e volevo pertanto aprire un topic ove fosse possibile scrivere le poesie dei nostri autori preferiti e che ci donano più emozioni.spero non ci fosse già un topic simile...
beh per iniziare...
-IL VELENO di Charles Baudelaire

Il vino sa rivestire il più sordido tugurio d'un lusso miracoloso e innalza portici favolosi nell'oro del suo rosso vapore,
come un tramonto in un cielo annuvolato.

L'oppio ingrandisce le cose che già non hanno limite, allunga l'infinito, approfondisce il tempo, scava nella voluttà e
riempie l'anima al di là delle sue capacità di neri e cupi piaceri.

Ma tutto ciò non vale il veleno che sgorga dai tuoi occhi, dai tuoi occhi verdi, laghi in cui la mia anima trema
specchiandovisi rovesciata... I miei sogni accorrono a dissetarsi a quegli amari abissi.

Tutto questo non vale il terribile prodigio della tua saliva che morde, che sprofonda nell'oblìo la mia anima senza
rimorso, e trasportando la vertigine, la rotola estinta alle rive della morte!



-IL CORVO di Edgar Allan Poe

Una volta in una fosca mezzanotte, mentre io meditavo, debole e stanco,
sopra alcuni bizzarri e strani volumi d'una scienza dimenticata;
mentre io chinavo la testa, quasi sonnecchiando, d'un tratto, sentii un colpo leggero,
come di qualcuno che leggermente picchiasse, pichiasse alla porta della mia camera.
"È qualche visitatore, mormorai, che batte alla porta della mia camera"
Questo soltanto, e nulla più.

Ah! distintamente ricordo; era nel fosco Dicembre,
e ciascun tizzo moribondo proiettava il suo fantasma sul pavimento.
Febbrilmente desideravo il mattino: invano avevo tentato di trarre
dai miei libri un sollievo al dolore, al dolore per la mia perduta Eleonora,
e che nessuno chiamerà in terra, mai più.

E il serico triste fruscio di ciascuna cortina purpurea,
facendomi trasalire, mi riempiva di tenori fantastici, mai provati prima,
sicchè, in quell'istante, per calmare i battiti del mio cuore, io andava ripetendo:
"È qualche visitatore, che chiede supplicando d'entrare, alla porta della mia stanza.
"Qualche tardivo visitatore, che supplica d'entrare alla porta della mia stanza;
è questo soltanto, e nulla più".

Subitamente la mia anima divenne forte; e non esitando più a lungo:
"Signore, dissi, o Signora, veramente io imploro il vostro perdono;
"ma il fatto è che io sonnecchiavo: e voi picchiaste sì leggermente,
"e voi sì lievemente bussaste, bussaste alla porta della mia camera,
"che io ero poco sicuro d'avervi udito". E a questo punto, aprii intieramente la porta.
Vi era solo la tenebra, e nulla più.

Scrutando in quella profonda oscurità, rimasi a lungo, stupito impaurito
sospettoso, sognando sogni, che nessun mortale mai ha osato sognare;
ma il silenzio rimase intatto, e l'oscurità non diede nessun segno di vita;
e l'unica parola detta colà fu la sussurrata parola "Eleonora!"
Soltanto questo, e nulla più.

Ritornando nella camera, con tutta la mia anima in fiamme;
ben presto udii di nuovo battere, un poco più forte di prima.
"Certamente, dissi, certamente è qualche cosa al graticcio della mia finestra".
Io debbo vedere, perciò, cosa sia, e esplorare questo mistero.
È certo il vento, e nulla più.

Quindi io spalancai l'imposta; e con molta civetteria, agitando le ali,
si avanzò un maestoso corvo dei santi giorni d'altri tempi;
egli non fece la menoma riverenza; non esitò, nè ristette un istante
ma con aria di Lord o di Lady, si appollaiò sulla porta della mia camera,
s'appollaiò, e s'installò, e nulla più.

Allora, quest'uccello d'ebano, inducendo la mia triste fantasia a sorridere,
con la grave e severa dignità del suo aspetto:
"Sebbene il tuo ciuffo sia tagliato e raso, io dissi, tu non sei certo un vile,
"orrido, torvo e antico corvo errante lontanto dalle spiagge della Notte
"dimmi qual'è il tuo nome signorile sulle spiagge avernali della Notte!"
Disse il corvo: "Mai più".

Mi meravigliai molto udendo parlare sì chiaramente questo sgraziato uccello,
sebbene la sua risposta fosse poco sensata, fosse poco a proposito;
poichè non possiamo fare a meno d'ammettere, che nessuna vivente creatura umana,
mai, finora, fu beata dalla visione d'un uccello sulla porta della sua camera,
con un nome siffatto: "Mai più".

Ma il corvo, appollaiato solitario sul placido busto, profferì solamente
quest'unica parola, come se la sua anima in quest'unica parola avesse effusa.
Niente di nuovo egli pronunziò, nessuna penna egli agitò -
finchè in tono appena più forte di un murmure, io dissi: "Altri amici mi hanno già abbandonato,
domani anch'esso mi lascerà, come le mie speranze, che mi hanno già abbandonato".
Allora, l'uccello disse: "Mai più".

Trasalendo, perchè il silenzio veniva rotto da una risposta sì giusta:
"Senza dubbio, io dissi, ciò ch'egli pronunzia è tutto il suo sapere e la sua ricchezza,
"presi da qualche infelice padrone, che la spietata sciagura
"perseguì sempre più rapida, finchè le sue canzoni ebbero un solo ritornello,
"finchè i canti funebri della sua Speranza ebbero il malinconico ritornello:
"Mai,, mai più".

Ma il corvo inducendo ancora tutta la mia triste anima al sorriso,
subito volsi una sedia con ricchi cuscini di fronte all'uccello, al busto e alla porta;
quindi, affondandomi nel velluto, mi misi a concatenare
fantasia a fantasia, pensando che cosa questo sinistro uccello d'altri tempi,
che cosa questo torvo sgraziato orrido scarno e sinistro uccello d'altri tempi
intendea significare gracchiando: "Mai più".

Così sedevo, immerso a congetturare, senza rivolgere una sillaba
all'uccello, i cui occhi infuocati ardevano ora nell'intimo del mio petto;
io sedeva pronosticando su ciò e su altro ancora, con la testa reclinata adagio
sulla fodera di velluto del cuscino su cui la lampada guardava fissamente;
ma la cui fodera di velluto viola, che la lampada guarda fissamente
Ella non premerà, ah!, mai più!

Allora mi parve che l'aria si facesse più densa, profumata da un incensiere invisibile,
agiato da Serafini, i cui morbidi passi tintinnavano sul soffice pavimento,
, "Disgraziato!, esclamai, il tuo Dio per mezzo di questi angeli ti à inviato
"il sollievo, il sollievo e il nepente per le tue memorie di Eleonora!
"Tracanna, oh! tracanna questo dolce nepente, e dimentica la perduta Eleonora!
Disse il corvo: "Mai più".

- "Profeta, io dissi, creatura del male!, certamente profeta, sii tu uccello o demonio!-
, "Sia che il tentatore l'abbia mandato, sia che la tempesta t'abbia gettato qui a riva,
"desolato, ma ancora indomito, su questa deserta terra incantata
"in questa visitata dall'orrore, dimmi, in verità, ti scongiuro-
"Vi è, vi è un balsamo in Galaad? dimmi, dimmi, ti scongiuro.-
Disse il corvo: "Mai più".

- "Profeta!, io dissi, creatura del male!, Certamente profeta, sii tu uccello o demonio!
"Per questo Cielo che s'incurva su di noi, per questo Dio che tutti e due adoriamo-
"dì a quest'anima oppressa dal dolore, se, nel lontano Eden,
"essa abbraccerà una santa fanciulla, che gli angeli chiamano Eleonora,
"abbraccerà una rara e radiosa fanciulla che gli angeli chiamano Eleonora".

- "Sia questa parola il nostro segno d'addio, uccello o demonio!", io urlai, balzando in piedi.
"Ritorna nella tempesta e sulla riva avernale della notte!
"Non lasciare nessuna piuma nera come una traccia della menzogna che la tua anima ha profferita!
"Lascia inviolata la mia solitudine! Sgombra il busto sopra la mia porta!"
Disse il corvo: "Mai più".

E il corvo, non svolazzando mai, ancora si posa, ancora è posato
sul pallido busto di Pallade, sovra la porta della mia stanza,
e i suoi occhi sembrano quelli d'un demonio che sogna;
e la luce della lampada, raggiando su di lui, proietta la sua ombra sul pavimento,
e la mia, fuori di quest'ombra, che giace ondeggiando sul pavimento
non si solleverà mai più!


-IL LAMPO di Giovanni Pascoli

E cielo e terra si mostrò qual era:

la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.

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mercoledì 2 novembre 2005, 15:57
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Ottima idea!!!!

Direi che avallo l'iniziativa e rilancio....

Neruda, per iniziare.....

HO FAME DELLA TUA BOCCA

Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.


mercoledì 2 novembre 2005, 16:17
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Pane per i miei denti!!!

Kahlil Gibran
"Sull'Amicizia"
E un adolescente disse: Parlaci dell'Amicizia.
E lui rispose dicendo:
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
E' il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
E' la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l'amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.

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mercoledì 2 novembre 2005, 16:25
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Jacques Prévert
"Questo amore"
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura come un bambino quando è buio
Così sicuro dì sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire
Questo amore tenuto d'occhio
Perché noi lo tenevamo d'occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt'intero
Così vivo ancora
E baciato dal sole
E' il tuo amore
E' il mio amore
E' quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
Che non e mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda viva come l'estate
Sia tu che io possiamo
Andare e tornare possiamo
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognarci della morte
Ringiovanire
E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Stupido come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
Ci parla senza dire
E io l'ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati
Oh sì gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Resta dove sei
Non andartene via
Resta dov'eri un tempo
Resta dove sei
Non muoverti
Non te ne andare
Noi che siamo amati noi t'abbiamo
Dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Dove tu vuoi
Dacci un segno di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella foresta del ricordo
Sorgi improvviso
Tendici la mano
Portaci in salvo.

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mercoledì 2 novembre 2005, 16:27
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Pablo Neruda
"Lentamente muore"
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza di inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicita'.

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mercoledì 2 novembre 2005, 16:28
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DUE AMANTI FELICI

Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell'erba,
lascian camminando due ombre che s'unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.

Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s'uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E' la felicità una torre trasparente.

L'aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.

Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l'eternità della natura.


mercoledì 2 novembre 2005, 16:34
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felice che l'idea abbia riscosso successo!bellissima ho fame della tua bocca!

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mercoledì 2 novembre 2005, 16:53
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poesie? ehm...ne ho troppe che mi stanno al cuore...forse la mia preferita in assoluto è l'Infinito di Giacomo Leopardi...non ve la ricopio, dato che dovreste saperla tutti a memoria!!! tiè!!![:D][:D][:D]

questa moesia mi piace tantissimo...sono persino stata 2 volte a Recanati, sul colle dell'Infinito...

mi piace molto la raccolta di Baudelaire "I fiori del male"("Les fleurs du mal"...speriamo di non averlo scritto sbagliato!), Ungaretti, Pascoli, Montale(per dire qualche italiano!), Blake, Wordsworth, Lord Byron...

leggetevi "La ballata del vecchio marinaio" di Samuel Taylor Coleridge...è una cosa unica...stupenda...

...oh, mi piacciono 1000 generi poetici diversi...eheheh!!! ho i gusti un pò strambi!!![:D]

PS...non posso non citare i Carmina Docta di Gaio Valerio Catullo!!!

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mercoledì 2 novembre 2005, 17:13
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">mi piace molto la raccolta di Baudelaire "I fiori del male [/quote:lz3bt7j9]
più che stupendi!

TRISTEZZA DELLA LUNA
Questa sera la luna sogna più languidamente; come una bella donna
che su tanti cuscini con mano distratta e leggera prima d'addormirsi
carezza il contorno dei seni, e sul dorso lucido di molli valanghe,
morente, si abbandona a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle
visioni bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.

Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa terra
una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,
accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima dai riflessi iridati
come un frammento d'opale, e la nasconde nel suo cuore agli
sguardi del sole.


L'AMORE E IL CRANIO
L'Amore sta assiso sul cranio dell'Umanità e da quel trono profano, con riso sfrontato,
soffia gaio delle bolle rotonde che s'innalzano nell'aria, quasi a raggiungere i mondi al fondo dell'etere.

Il globo fragile e luminoso prende un grande slancio, scoppia e sputa la sua anima gracile come un sogno d'oro.

Odo il cranio, a ogni bolla, gemere e pregare: "Quando finirà questo gioco feroce e ridicolo?" Perché quel che la tua bocca crudele sparpaglia nell'aria, mostro assassino, è il mio cervello, il mio sangue, la mia carne!"

tratte entrambe da i fiori del male

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mercoledì 2 novembre 2005, 17:24
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come dire......MERZBOW......Massimo rispetto!!

E' COME UNA MAREA.

E' come una marea, quando lei fissa su me
i suoi occhi neri,

quando sento il suo corpo di creta bianca e mobile
tendersi a palpitare presso il mio,
è come una marea, quando lei è al mio fianco.

Disteso davanti ai mari del Sud ho visto
arrotolarsi le acque ed espandersi
incontenibilmente
fatalmente

nelle mattine e nei tramonti.

Acqua delle risacche sulle vecchie orme,
sulle vecchie tracce, sulle vecchie cose,
acqua delle risacche che dalle stelle
s'apre come una rosa immensa,
acqua che va avanzando sulle spiagge come
una mano ardita sotto una veste,
acqua che s'inoltra in mezzo alle scogliere,
acqua che s'infrange sulle rocce,
e come gli assassini silenziosa,
acqua implacabile come i vendicatori
acqua delle notti sinistre
sotto i moli come una vena spezzata,
o come il cuore del mare
in una irradiazione tremante e mostruosa.

E' qualcosa che dentro mi trasporta e mi cresce
immensamente vicino, quando lei è al mio fianco,
è come una marea che s'infrange nei suoi occhi
e che bacia la sua bocca, i suoi seni, le mani.

Tenerezza di dolore e dolore d'impossibile,
ala dei terribili
che si muove nella notte della mia carne e della sua
come un'acuminata forza di frecce nel cielo.

Qualcosa d'immensa fuga,
che non se ne va, che graffia dentro,
qualcosa che nelle parole scava pozzi tremendi,
qualcosa che, contro tutto s'infrange, contro tutto,
come i prigionieri contro le celle!

Lei, scolpita nel cuore della notte,
dall'inquietudine dei miei occhi allucinati:
lei, incisa nei legni del bosco
dai coltelli delle mie mani,
lei, il suo piacere unito al mio,
lei, gli occhi suoi neri,
lei, il suo cuore, farfalla insanguinata
che con le due antenne d'istinto m'ha toccato!

Non sta in questo stretto altopiano della mia vita!
E' come un vento scatenato!

Se le mie parole trapassano appena come aghi
dovrebbero straziare come spade o come aratri!

E' come una marea che mi trascina e mi piega,
è come una marea, quando lei è al mio fianco!


mercoledì 2 novembre 2005, 17:27
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non amo molto la poesia però quelle che mi piacciono le porto nel cuore con me, sempre..

sono troppe per essere citate.. a partire da prevert passando per ungaretti e pascoli finendo a saba..

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una gara la vinci quando arrivi al fondo..

...vivere è stupendo dispiacendo agli str***i...

..sono tua...

"..E bruci le suole anche se Non c'e' direzione Ma profumo di viole c'e' Tu cammina Nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c'e' da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria..."


mercoledì 2 novembre 2005, 17:41
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"la ballata del vecchio marinaio", o "The Rhyme of the Ancient Mariner" by Samuel Taylor Coleridge can be read(in English version) on this site: http://etext.lib.virginia.edu/stc/Coler ... riner.html


ok...spero che la mia prof di inglese non legga questa frase prima che ci sia qualche erroraccio!!![:D]

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mercoledì 2 novembre 2005, 17:49
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M'illumino di immenso....


mercoledì 2 novembre 2005, 17:54
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Silvi@ ha scritto:

"la ballata del vecchio marinaio", o "The Rhyme of the Ancient Mariner" by Samuel Taylor Coleridge can be read(in English version) on this site: http://etext.lib.virginia.edu/stc/Coler ... riner.html


ok...spero che la mia prof di inglese non legga questa frase prima che ci sia qualche erroraccio!!![:D]


purtroppo ho letto in inglese qualche cosa.. argg non c'ho capito nulla (infatti ho preso 4!)

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mercoledì 2 novembre 2005, 20:44
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cristal...leggi qua!
http://www.greendayfactory.it/Coleridge_web.htm

certo, non è la stessa cosa...in inglese rende molto di più, ma almeno puoi capire qualcosa![;)]

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mercoledì 2 novembre 2005, 20:58
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