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 Codice di condotta FISE, articolo 2 
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
La carta dei diritti degli animali detta le disposizioni minime in fatto di benessere degli animali una volta rispettate quelle per la legge uno è a posto se in coscienza sua ritiene di poter fare di più per il suo cavallo ben venga.
Qui il link al ministero della salute dove si può trovare la normativa
http://www.ministerosalute.it/alimenti/benessere/benessere.jsp?lang=italiano

Dopo tutto il resto dipende dalla sensibilità individuale...


sabato 24 maggio 2008, 18:17
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Ok, andiamo a leggere il sito segnalato del Ministero della Salute:

Cita:
Tutela del benessere degli animali

Con la “Tutela del benessere degli animali” si intende riconoscere agli animali un loro ruolo ed un loro habitat considerandoli nostri coinquilini terrestri, ridimensionando lo sfruttamento e l’assoggettamento da parte dell’uomo.

Vi sono condizioni di vita degli animali per le quali la società, la scienza ed il legislatore possono stabilire requisiti di benessere, dopo averne identificato esigenze fisiologiche ed etologiche.

Il concetto di benessere si inserisce in particolare nel rapporto uomo-animale da compagnia o da affezione, dove vanno definite le migliori condizioni di ambiente, di alimentazione e di utilizzazione degli animali. Ne è un esempio l’Accordo Stato – Regioni del 28 febbraio 2003 recante “Disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet therapy”.

Più o meno analoghe espressioni di tutela del benessere degli animali appaiono adeguate se riferite anche agli animali selvatici ed al loro ambiente naturale nonché ad un certo tipo di allevamento, come ad esempio:

* delle galline ovaiole
* dei vitelli
* dei suini
* dei cani e dei gatti da compagnia
* di cavalli destinati alle prestazioni sportive, ecc.

In questi allevamenti è possibile identificare le condizioni migliori di benessere, applicando le soluzioni di stabulazione che risultino il più possibile vicine alle esigenze fisiologiche ed etologiche degli animali stessi.


Vago.. ma non tanto. Il principio è: "condizioni il più possibile vicine alle esigenze fisiologiche ed etologiche..."

Ora, siccome affermo - e lo potrei dimostrare - che vi sono centri ippici dove:
1. i cavalli non sono in box singoli ma stanno costantemente in uno spazio comune, in gruppo;
2. sono alimentati con fieno a volontà e concentrato suddiviso in moltissime, piccole aliquote giornaliere;

stante il fatto che in questi centri ippici lo si fa, vuol dire che è possibile farlo... e quindi si dovrebbe fare. Penso che nessuno di voi dubiti che, vista la fisiologia e l'etologia del cavallo, una vita in gruppo e un'alimentazione molto frazionata non siano più adeguate che una vita in isolamento e pasti concentrati...

PS: qualcuno ha letto l'articolo di Andy Beck? Se qualcuno l'ha letto, mi piacerebbe sentire la vostra opinione.

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
Qualche mago della logica dice: "Se mi contraddici non puoi aver ragione, perchè se tu avessi ragione io avrei torto, e questo è assolutamente impossibile"


sabato 24 maggio 2008, 18:35
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Rileggendo gli interventi mi accorgo che forse non ho espresso bene un punto importante... provo a chiarirlo meglio.

A seconda del vostro personale, specifico punto di vista e della vostra personale relazione con l'equitazione, dovrete accettare una serie di compromessi fra benessere ideale del cavallo e interessi che vi legano al mondo del cavallo.

L'importante è essere chiari, e non prendere ad esempio un compromesso che va bene per chi ha interessi diversi, ma non per voi. Altrimenti farete confusione e vi ritroverete delusi e frustrati... perchè il risultato non sarà, spesso, quello che avreste voluto. A me è successo, e vorrei che non succedesse ad altri.

Se volete partecipare a un Futurity per QH di due anni, per forza dovete domare un puledro di 18 mesi... Se dovete competere in dressage, dovrete usare l'imboccatura... lo farete nel modo migliore, ma lo dovrete fare. Accettate i rischi come inevitabili... Basta che li conosciate, e facciate del vostro meglio per limitarli. E basta che vi guardate bene dal suggerire il vostro compromesso a chi non vuole fare quel tipo di attività...

Succede invece che - siccome per chiunque è fastidioso ammettere che l'attività equestre prediletta espone il cavallo a rischi - questi rischi vengano negati contro ogni evidenza... da qui reazioni piccate e impermalosite nelle discussioni, e diffusione di consigli e suggerimenti inappropriati. Malissimo: solo guardare in faccia i rischi, ed ammetterli, consente di prendere le precauzioni necessarie per ridurli al minimo possibile... compatibilmente con l'attività scelta.

Per questo contesto l'Articolo 2.... per la sua ipocrisia. Il benessere ideale del cavallo non esiste, ma questo non significa che non esistano diversi livelli di benessere, fra cui scegliere... consapevolmente e onestamente. Ma dire che il benessere, in astratto, deve sempre avere la precedenza su qualsiasi altro tipo di interesse, è un'ippocrisia maiuscola! E nel mondo dell'equitazione di ippocrisia ce n'è abbastanza, perchè non ci si metta anche la FISE, ad aumentarne la dose...

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domenica 25 maggio 2008, 7:58
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Cita:
Il benessere ideale del cavallo non esiste, ma questo non significa che non esistano diversi livelli di benessere, fra cui scegliere... consapevolmente e onestamente. Ma dire che il benessere, in astratto, deve sempre avere la precedenza su qualsiasi altro tipo di interesse, è un'ippocrisia maiuscola! E nel mondo dell'equitazione di ippocrisia ce n'è abbastanza, perchè non ci si metta anche la FISE, ad aumentarne la dose...

Semplicemente l'articolo due della FISE:
Cita:
Il benessere del cavallo deve predominare sulle esigenze degli allevatori, degli
addestratori, dei cavalieri, dei proprietari, dei concorrenti, degli organizzatori e
degli sponsor.

Lascia adito a molte interpertazioni.Io per esempio lo leggo solo come un monito all'accanimento.Ad esempio se ho un puledro che a 3 anni stà ancora crescendo e ha uno squilibrio tra anteriore e posteriore è inutile che mi metta a domarlo e a salirci sopra perchè il suo equilibrio già così non è ottimale.Se mi ostinsassi a volerlo lavorare mi accanirei semplicemente su di lui senza ottenere molto.Questo vale per qualisasi puledro in fase di sviluppo quindi mi sentirei di consigliare la stessa cosa per qualsiasi pulendo in quella fase.
Poi ci sono dei compromessi che non accetterei mai ad esempio quella di domare un puledro a 18 mesi per adare a fare il futurity ma questa è una questione di sensibilità personale.


domenica 25 maggio 2008, 9:34
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
rmel ha scritto:
Poi ci sono dei compromessi che non accetterei mai [....] ma questa è una questione di sensibilità personale.


Adesso siamo quasi d'accordo.

Però la questione della sensibilità personale va chiarita.... un conto è rendersi conto dei possibili rischi e dei possibili danni al cavallo, e accettarli consapevolmente, in base alla propria sensibilità personale e alle proprie esigenze che si considerano irrinunciabili (con l'unico limite costituito dal divieto di maltrattamento, come previsto dalla legge); un conto è quel tipo di sensibilità talmente accentuata da rendere insopportabile la sola idea che ci siano possibili rischi e possibili danni... il risultato: mettere la testa sotto la sabbia, rifiutarsi di prendere in considerazione evidenze e suggerimenti, avere reazioni impermalosite e irritate quando qualcuno segnala i possibili danni e i possibili rischi, reagire con stizza di fronte a qualsiasi tentativo di porre in dubbio alcune abitudini e credenze consolidate.

Gli esempi - in qualsiasi forum - potrebbero essere numerosissimi... senza andar lontano, è successo anche in questo topic.

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domenica 25 maggio 2008, 9:52
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Cita:
un conto è quel tipo di sensibilità talmente accentuata da rendere insopportabile la sola idea che ci siano possibili rischi e possibili danni

Direi che questa è deficenza in materia.
Cita:
avere reazioni impermalosite e irritate quando qualcuno segnala i possibili danni e i possibili rischi, reagire con stizza di fronte a qualsiasi tentativo di porre in dubbio alcune abitudini e credenze consolidate.

Il metro di valutazione è sempre individuale bisogna sempre vedere quali sono questi rischi e se sono quantificabili nell'immediato o se sono solo ipotizzabili.
Ad esempio se tu mi vieni a dire che il caro lallo su di un terreno duro,argilloso e sassosso lavora meglio senza ferri,puoi ipotizzare finchè vuoi che l'afflusso di sangue sarà ostacolato dalla posizione del piede nel ferro ecc.(a parte che anche tutti questi studi come tutte le teorie non fondate sull'osservazione diretta in quanto la cosa è impossibile sono ampiamente attaccabili)ma io preferirò avere un cavallo dritto e utilizzabile per il mio lavoro che rischiare di trovarmi una sobbattituta perchè il cavallo scalzo ha pestato un sasso.
Per rimanere su un esempio di Alexb in questo topic
Cita:
La salute mentale del cavallo richiederebbe che per tutto questo periodo il cavallo stesse in compagnia della madre e all'interno di un gruppo comprendente altri cavalli, di varia età. Idealmente, con uno Stallone ma questo obiettivamente è difficile (ma non impossibile).

Per epserienza personle so che i giochi tra i giovani stalloni di 2/3 anni sono molto violenti.Volendo io produrre dei cavalli per uso sportivo se questi mi si fanno male giocando tra di loro(un calcio mal preso può avere come conseguenza una ferita o una schinella)rischio la loro integrità fisica.Quindi preferisco castrali a 2 anni e mezzo e lasciarli in branco a giocare oppure se hanno una possibile carriera come stalloni dovrò limitare la loro "compagnia" con gli altri cavalli in base al loro carattere in modo da salvaguadare il più possibile la loro integrità fisica.Questo non vuol dire assolutamente isolarli dai loro simili che sarebbe altamente controproducente.
Poi puoi anche aver ragione Alexb che la salute mentare di un cavallo sarebbe ottima nella condizione descritta nella citazione ma se la condizione da me imposta (la compagnia di pochi elementi scelti)non implica"turbe"comportamentali nel puledro non prendo neppure in considerazione l'ipotesi del branco descritta da Alexb perchè per me valutata troppo rischiosa.


domenica 25 maggio 2008, 14:13
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Ormai il nucleo del topic penso sia esaurito e possiamo soddisfare delle curiosità.

Perchè castrare così tardi? Ci sono controindicazioni a castrare molto prima - prima dello sviluppo sessuale, quando i testicoli sono piccoli e poco irrorati e l'ntervento è molto più semplice e meno doloroso? Il vecchio detto "castra presto e ferra tardi": secondo te, che età indica, più o meno, con quel "presto" e con quel "tardi" nella vecchia buona tradizione equestre?

Per quanto riguarda i giovani: in base a cosa sono selezionati gli individui adatti a fare gruppo con loro?

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domenica 25 maggio 2008, 21:13
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Cita:
Perchè castrare così tardi?

Ovviamente parlo per la razza di cavallo da sella mesomorfo che conosco per esperienza diretta.
Seguo la filosofia secondo la quale è meglio aspettare che il grosso dello sviluppo dei puledri sia concluso quindi aspettare i 18 mesi se son 24 è meglio.
A due anni uno stalloncino difficilmente è molto attivo sessualmente,passata la farse verso i 12/14 mesi quando gli ormoni sessuali iniziano ad essere in circolo e i giovani puledri sembrano tutti assatanati e sono caratterialmente più instabili dopo sono facilmente gestibili.Ma verso i 26/30 mesi invece iniziano ad essere seriamente interessati verso le femmine e a voler predominiare sugli altri maschi.Poi preferisco castrare nei mesi invernali quando non ci sono mosche.Inoltre a 20 mesi i testicoli sono ancora abbastanza piccoli e l'intervento non è eccessivamente invasivo.
Cita:
ferra tardi

Prima che il puledro entri in lavoro quotidiano mi sembra assolutamente inutile ferrarli.Quindi i miei vengono ferrati attorno ai 4 anni ma vedono il maniscalco per un pareggio da quando hanno 6 mesi.
Cita:
Per quanto riguarda i giovani: in base a cosa sono selezionati gli individui adatti a fare gruppo con loro?

Logicamente in base al loro carattere con un giovane stallone cercerò sempre di mettere altri puledri che hanno un'indole da gregari e che quindi non cerchino di sfidare la leaderscip del capobranco.Questo non farà si che il carattere del giovane stallone diventi ancora più dominate solo se dall'inizio del suo addestramento nel mio caso dalla nascita avremo instaurato un rapporto chiaro tra noi cioè l'uomo e lui cavallo.


lunedì 26 maggio 2008, 9:31
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Grazie rmel.

Questo post non deriva da mia esperienza diretta, ma da letture e frequantazione di esperti che promuovono alternative alla normale gestione dei cavalli... l'ho citato in altra sede ma forse è il caso che lo ripeta. Il gruppo è quello dell'etologo neozelandese Andy Beck.

Cita:
La Alternative Horse Magazine e la WHEEP* promuovono attivamente:

* Metodi di gestione basati sul mantenimento in branco, e incoraggiamento di un adeguato movimento libero.
* Disponibilità di un riparo che non implichi il confinamento in solitudine.
* Gestione degli stalloni in gruppo - evitando di tenerli isolati.
* Monta naturale preceduta da una ragionevole possibilità di esprimere il corteggiamento - senza usare la forza o la costrizione, senza pastoie, immobilizzazione o sedazione.
* Quando dev'essere praticata la castrazione chirurgica, va preferenzialmente eseguita prima che il puledro raggiunga i 6 mesi di età, per rendere minimo lo stress e rendere massima la rapidità di guarigione.
* Svezzamento spontaneo dei puledri attuato dalla madre. I puledri devono restare nel gruppo natale fino ai 2 anni di età.
* Attesa fino ai 48 mesi di età prima di iniziare un lavoro montato limitato e progressivo.
* Metodi di addestramento che non pongano abitualmente richieste irragionevoli e non provochino deliberatamente ansietà, dolore o paura per obbligare all'obbedienza, con il metodo utilizzato o con l'attrezzatura.
* Uso del cavallo senza Imboccatura e senza ferri inchiodati allo zoccolo
* Uso di selle e di finimenti progettati per agevolare la flessibilità e la libertà di movimento, e libertà del cavallo di lavorare con un atteggiamento posturale naturale e comodo.
* Adeguato allenamento sia del cavallo che del cavaliere sia prima, che nel proseguo del lavoro montato.


Si tratta di una proposta alternativa, e molto impegnativa... ma qua e là so che alcuni applicano varie di queste proposte, anche a livello agonistico. Penso che ognuno dei punti vada considerato una proposta su cui riflettere. Penso anche che adottare tutti questi punti sia un compito molto, molto difficile.

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lunedì 26 maggio 2008, 11:42
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Cita:
Si tratta di una proposta alternativa, e molto impegnativa... ma qua e là so che alcuni applicano varie di queste proposte, anche a livello agonistico. Penso che ognuno dei punti vada considerato una proposta su cui riflettere. Penso anche che adottare tutti questi punti sia un compito molto, molto difficile.

Penso che dipenda molto da che cosa ci si prefigge di fare con il cavallo.Se allevo un soggetto per sport alcuni di questi punti non sono applicabili.Come il discorso del branco con gli stalloni.

Cita:
Quando dev'essere praticata la castrazione chirurgica, va preferenzialmente eseguita prima che il puledro raggiunga i 6 mesi di età, per rendere minimo lo stress e rendere massima la rapidità di guarigione.

A mio avviso è molto più deleterio per lo sviluppo del puledro la castrazione a sei mesi.Gli ormoni gli servono per lo sviluppo scheletrico e le gonadi a due anni non sono così grosse da comportare un intervento chirurgico così invasivo come sarebbe a tre anni e oltre.
Altri punti invece non li trovo così innovativi sono cose che chiunque abbia del buon senso dovrebbe applicare nella doma e nella gestione del cavallo.Come ad esemipio questo:
Cita:
Attesa fino ai 48 mesi di età prima di iniziare un lavoro montato limitato e progressivo.
* Metodi di addestramento che non pongano abitualmente richieste irragionevoli e non provochino deliberatamente ansietà, dolore o paura per obbligare all'obbedienza, con il metodo utilizzato o con l'attrezzatura.

Cita:
Disponibilità di un riparo che non implichi il confinamento in solitudine

Un cavallo che vive in scuderia con altri cavalli non soffre a passare la notte in box da solo anzi!Un piccolo spazio tutto suo dove mangiare in pace e sdraiarsi come vuole gli piace.Certo alla mattina deve essere libero di andare in paddoks con i suoi simili.Discorso diverso per un pueldro fin verso i 2 anni d'età che vive il contatto con i suoi simili in modo molto più fisico in quel caso se il box e ampio e possono stare in gruppi di due è molto meglio.Più cresce e più il puledro diventa indipendete anche se questo è un concetto legato molto al carattere personale.Ma di solito intorno ai 3 anni tutti i puledri sono abbastanza indipendenti da star bene da soli in un box per la notte e tutto il giorno in paddoks a giocare con i loro coetanei.Discorsi i miei sempre dettati dall'esperienza personale senza andare a leggere opinioni d'esperti vari.
Poi si sa che l'estemismo nelle cose attira il maggior numero di lettori..quindi per certi punti di vista è molto più convenienete...
Ecco perchè mi danno fastidio tutti questi:doma etologica,gestione del cavallo in modo naturale ecc.


lunedì 26 maggio 2008, 12:50
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Come molti etologi "scientifici", anche Andy Beck è allergico, ad esempio, all'espressione NH, "Natural horsemanship".. :roll:

La questione dell'epoca della castrazione è interessante e - anche se a me non capiterà mai di applicarla in pratica - cercherò di approfondire i pro e i contro. Mi pare impossibile che ci sia una linea di pensiero favorevole alla castrazione precocissima se questo causa un danno allo sviluppo del puledro. Pensavo che la castrazione fosse posticipata solo per aver la possibilità di selezionare i riproduttori dopo aver potuto "vederli all'opera" dal punto di vista delle prestazioni.

Quanto al fatto che rimandare la doma e il lavoro all'età di oltre 48 mesi sia una cosa suggerita dal solo buonsenso... bè... non lo darei per scontato purtroppo. : Hurted :

Anche la questione degli stalloni tenuti in gruppo, sul modello del gruppo naturale degli "scapoli", è da verificare... cercherò di trovare qualcuno che ne abbia esperienza diretta, oltre al solito Andy Beck. Il fatto che l'abitudine di tenere gli stalloni soli sia antica lo dice il termine stesso... "stallone"... se prende il nome dal fatto che veniva mantenuto in una stalla.

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lunedì 26 maggio 2008, 13:11
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Messaggio Re: Codice di condotta FISE, articolo 2
Cita:
La questione dell'epoca della castrazione è interessante e - anche se a me non capiterà mai di applicarla in pratica - cercherò di approfondire i pro e i contro. Mi pare impossibile che ci sia una linea di pensiero favorevole alla castrazione precocissima se questo causa un danno allo sviluppo del puledro.

La cosa assoldata è che gli ormoni concorrono nel meccanismo della crescita "quanto" è tutto da dimostrare.Visto che lasciargliele fino a 24 mesi costa poco perchè rischiare?
Cita:
Pensavo che la castrazione fosse posticipata solo per aver la possibilità di selezionare i riproduttori dopo aver potuto "vederli all'opera" dal punto di vista delle prestazioni.

Si anche quello è un prrametro di valutazione che induce certi soggetti ad essere castrati più tardi dopo la prima scrematura morfologica e genealogica che può essere fatta subito.


lunedì 26 maggio 2008, 18:23
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