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 espressamente per giuduce 
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Messaggio espressamente per giuduce
è possibile che ci siano giudici che magari non hanno mai montato a cavallo e che pratichino questo lavoro??se è possibile
crede che possano comprendere, capire, immedesimarsi nel cavaliere e comprendere gli sbagli solo sulla base di una buona teoria ??

a mio parere è strettamente necessario anche per un giudice saper andare a cavallo ( e con questo termine nn intendo monticchiare qualche volta per divertimento) ed esprimere la propria valutazione con la dovuta attenzione alle condizioni in cui il cavaliere si trova in ogni istante..


mercoledì 10 maggio 2006, 21:53
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Carissima, mi accingo a risponderti pur facendoti rilevare che esiste una discussione aperta "Parliamo con i giudici" alla quale sono spesso collegato e nella quale andreabbe questa nostra conversazione...... Si! esistono giudici che non hanno montato come asisto giudici che montano ancor oggi e giudici che non montano più, esistono anche giudici che commerciano e giudici che fanno gli istruttori.

Per non fare della inutile polemica ti dirò che cobbiamo partire prima dal concetto.... che cosa deve fare un giudice ?

Un giudice deve essere lo specchio imparziale dove il concorrente si possa specchiare e ne possa trarre una precisa immagine del suo comportamente e più precisamente del comportamento del binomio durante la gara. Comportamento messo in relazione alle linee quida del buon giudizio di cui si è già ampiamente parlato della discussione "Parlamo con i Giudici"

Per venire alla tua domanda un giudice che non ha mai montato farà molta più fatica a apprendere ed a riconoscere le anzidette linee guida del buon giudizio e ci metterà più tempo ma una volta apprese e apprese correttamente potrà tranquillamente servire ai cavalieri ed allo sport esatamente come un giudice che ha montato e che quindi è arrivato prima a quel livello.

Purtroppo, e questo è il mio dispiacere e cruccio, per diventare bravi lo si fa sulla pelle dei cavalieri, non vi è altro mezzo. Solo la pratica costante quasi paranoica, le lunghe giornate sui campi a veder cavalli, il costante impegno personale in termini di tempo e di danaro ti possono aiutare (cavaliere o no) a raggiugere una tecnica di giudizio tale da permetterti di fare meno errori possibili.

Un aneddoto, spesso i giudici-istruttori hanno dei grossissimi problemi a giudicare perche.... fanno il processo alle intenzioni, giudicano le aspettative ed i risultati e NON GIUDICANO QUELLO CHE VEDONO IN QUEL MOMENTO


Giuly ha scritto:

è possibile che ci siano giudici che magari non hanno mai montato a cavallo e che pratichino questo lavoro??se è possibile
crede che possano comprendere, capire, immedesimarsi nel cavaliere e comprendere gli sbagli solo sulla base di una buona teoria ??

a mio parere è strettamente necessario anche per un giudice saper andare a cavallo ( e con questo termine nn intendo monticchiare qualche volta per divertimento) ed esprimere la propria valutazione con la dovuta attenzione alle condizioni in cui il cavaliere si trova in ogni istante..

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giovedì 11 maggio 2006, 8:48
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Rispondo che, dopo quasi vent'anni passati a fare sport a livello professionistico, esiste una categoria di giudici ed arbitri che, normalmente, si dimostra la migliore.

Sto parlando degli ex atleti.

Prova ne sia il fatto che nella maggior parte degli sport olimpici i giudici internazionali sono ex atleti di altissimo livello.

Chi non ha sperimentato personalmente, avrà sempre una visione parziale.

Dico questo nell'intenzione di vedere, un giorno, una categoria realmente votata al miglioramento dello sport.


giovedì 11 maggio 2006, 10:12
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Nicola ha scritto:

Rispondo che, dopo quasi vent'anni passati a fare sport a livello professionistico, esiste una categoria di giudici ed arbitri che, normalmente, si dimostra la migliore.

Sto parlando degli ex atleti.



Chi non ha sperimentato personalmente, avrà sempre una visione parziale.




anche io la penso così..ovviamente x il dressage,anche xkè x il salto ostacoli basta studiarsi il regolamento e sapere che 4+4 fa 8 ecc ecc..
cmq nn ho messo questa discussione in parliamo con un giudice xkè volevo che l'argomento rimanesse tale e nn divagasse su altro..


giovedì 11 maggio 2006, 22:14
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Pur non difendendo una mia posizione personale, non sono proprio daccordo con te. Sono convito che chiunque può fare il buon giudice qualunque sia la sua esperienza precedente.

Per essere un buon giudice le doti di onestà, obbiettività, attinenza alle regole ed a quello che si vede in gara sono fodamentali. Certo, lo ripeto, chi non è mai stato a cavallo farà tre volte di più la fatica di uno che con i cavalli ha convissuto, suderà tre volte tanto e si dovrà applicare il triplo ma alla fine potrà se lo vorrà essere un buon giudice.

Nicola ha scritto:

Rispondo che, dopo quasi vent'anni passati a fare sport a livello professionistico, esiste una categoria di giudici ed arbitri che, normalmente, si dimostra la migliore.

Sto parlando degli ex atleti.

Prova ne sia il fatto che nella maggior parte degli sport olimpici i giudici internazionali sono ex atleti di altissimo livello.

Chi non ha sperimentato personalmente, avrà sempre una visione parziale.

Dico questo nell'intenzione di vedere, un giorno, una categoria realmente votata al miglioramento dello sport.

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lunedì 15 maggio 2006, 7:57
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Non credo di aver divagato e credo di avere espresso il mio pensiero, per me non conta quello che uno è stato ma conta quello che è e quello che fa e la serietà e la onestà con cui fa tendo sempre in considerazione che per addestrare, allevare e montare un cavallo occorrono mesi di sudato lavoro che non si possono ripagare con un giudizio superficiale e non professionale.

Giuly ha scritto:

Nicola ha scritto:

Rispondo che, dopo quasi vent'anni passati a fare sport a livello professionistico, esiste una categoria di giudici ed arbitri che, normalmente, si dimostra la migliore.

Sto parlando degli ex atleti.



Chi non ha sperimentato personalmente, avrà sempre una visione parziale.




anche io la penso così..ovviamente x il dressage,anche xkè x il salto ostacoli basta studiarsi il regolamento e sapere che 4+4 fa 8 ecc ecc..
cmq nn ho messo questa discussione in parliamo con un giudice xkè volevo che l'argomento rimanesse tale e nn divagasse su altro..


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lunedì 15 maggio 2006, 8:02
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infatti nn ho detto ke ha divagato..
nell'altra discussione si parla di troppi argomenti e volevo ke si isolasse il mio..anche per ritrovarlo con piu facilità..


lunedì 15 maggio 2006, 14:48
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Giudice ha scritto:

Non credo di aver divagato e credo di avere espresso il mio pensiero, per me non conta quello che uno è stato ma conta quello che è e quello che fa e la serietà e la onestà con cui fa tendo sempre in considerazione che per addestrare, allevare e montare un cavallo occorrono mesi di sudato lavoro che non si possono ripagare con un giudizio superficiale e non professionale.

Giuly ha scritto:

Nicola ha scritto:

Rispondo che, dopo quasi vent'anni passati a fare sport a livello professionistico, esiste una categoria di giudici ed arbitri che, normalmente, si dimostra la migliore.

Sto parlando degli ex atleti.



Chi non ha sperimentato personalmente, avrà sempre una visione parziale.




anche io la penso così..ovviamente x il dressage,anche xkè x il salto ostacoli basta studiarsi il regolamento e sapere che 4+4 fa 8 ecc ecc..
cmq nn ho messo questa discussione in parliamo con un giudice xkè volevo che l'argomento rimanesse tale e nn divagasse su altro..




La mia non è polemica gratuita, è un'opinione a favore dello sport. Ad alto livello il problema non si pone più, ma quando si parla di categorie basse, come può una persona che non si è mai trovata a scontrarsi con le difficoltà pratiche dell'equitare, a comprendere e premiare l'impegno profuso in una E, eseguita con un cavallo che non ha grandi mezzi, ma che il lavoro ha trasformato in un buon soggetto?

Come discernerà tra le qualità di un binomio in cui il cavallo è protagonista all'80%, da uno in cui la ripartizione del merito è più equa?


lunedì 15 maggio 2006, 14:58
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Con l'allenamento e la costante attenzione di tutti i quadri dirigenti che sottopongono la categoria ad un costante monitoraggio.
Oggi i Giudici di dressage sono sottoposti ed obbligati a continui corsi di aggiornamento e di esercizio tendenti proprio a trovare delle chiavi comuni di operatività.

La strada è sicuramente lunga ma è l'unica percorribile; non è più il tempo per gli autodidatti e sicuramente non lo è per il rispetto che si deve portare al lavoro dei cavalieri e degli allenatori.

Non mi faccio illusioni so che questa è la strada ma so anche che è lunga difficile e piena di insidie ma occoprre percorrerla se si vuole uno sport sano, rispettoso delle regole in grado di gratificare i migliori.

Nicola ha scritto:

Giudice ha scritto:

Non credo di aver divagato e credo di avere espresso il mio pensiero, per me non conta quello che uno è stato ma conta quello che è e quello che fa e la serietà e la onestà con cui fa tendo sempre in considerazione che per addestrare, allevare e montare un cavallo occorrono mesi di sudato lavoro che non si possono ripagare con un giudizio superficiale e non professionale.

Giuly ha scritto:

Nicola ha scritto:

Rispondo che, dopo quasi vent'anni passati a fare sport a livello professionistico, esiste una categoria di giudici ed arbitri che, normalmente, si dimostra la migliore.

Sto parlando degli ex atleti.



Chi non ha sperimentato personalmente, avrà sempre una visione parziale.




anche io la penso così..ovviamente x il dressage,anche xkè x il salto ostacoli basta studiarsi il regolamento e sapere che 4+4 fa 8 ecc ecc..
cmq nn ho messo questa discussione in parliamo con un giudice xkè volevo che l'argomento rimanesse tale e nn divagasse su altro..




La mia non è polemica gratuita, è un'opinione a favore dello sport. Ad alto livello il problema non si pone più, ma quando si parla di categorie basse, come può una persona che non si è mai trovata a scontrarsi con le difficoltà pratiche dell'equitare, a comprendere e premiare l'impegno profuso in una E, eseguita con un cavallo che non ha grandi mezzi, ma che il lavoro ha trasformato in un buon soggetto?

Come discernerà tra le qualità di un binomio in cui il cavallo è protagonista all'80%, da uno in cui la ripartizione del merito è più equa?



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lunedì 15 maggio 2006, 15:52
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io sono fermamente convinta che un giudice bravo può anche essere un non cavaliere. Perchè deve valutare il lavoro che gli viene presentato secondo delle direttive chiare.
Giudice non si diventa il lunedì mattina per caso. Giudice vuol dire aver avuto una formazione, e come giâ diceva il giudice qui, sono obbligati a frequentare numerosi corsi di aggiornamento, di formazione ecc.
Un giudice non ha il compito come un istruttore, di correggerti e di farti capire come migliorare, ma di indicare gli errori e valutare. Dalle critiche e dai voti ricevuti ogni cavaliere sarà in grado poi di lavorare verso il miglioramento.

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perchè il mio cavallo è una zebra..e ne va fiero..


lunedì 15 maggio 2006, 16:54
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Sono daccordo sulla tua sintetica ma chiara e corretta esposizione

kimberley ha scritto:

io sono fermamente convinta che un giudice bravo può anche essere un non cavaliere. Perchè deve valutare il lavoro che gli viene presentato secondo delle direttive chiare.
Giudice non si diventa il lunedì mattina per caso. Giudice vuol dire aver avuto una formazione, e come giâ diceva il giudice qui, sono obbligati a frequentare numerosi corsi di aggiornamento, di formazione ecc.
Un giudice non ha il compito come un istruttore, di correggerti e di farti capire come migliorare, ma di indicare gli errori e valutare. Dalle critiche e dai voti ricevuti ogni cavaliere sarà in grado poi di lavorare verso il miglioramento.

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lunedì 15 maggio 2006, 17:01
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Giudice scrive (non uso il quote perchè confonde) : "Un aneddoto, spesso i giudici-istruttori hanno dei grossissimi problemi a giudicare perche.... fanno il processo alle intenzioni, giudicano le aspettative ed i risultati e NON GIUDICANO QUELLO CHE VEDONO IN QUEL MOMENTO"

Nicola scrive: "Ad alto livello il problema non si pone più, ma quando si parla di categorie basse, come può una persona che non si è mai trovata a scontrarsi con le difficoltà pratiche dell'equitare, a comprendere e premiare l'impegno profuso in una E, eseguita con un cavallo che non ha grandi mezzi, ma che il lavoro ha trasformato in un buon soggetto? Come discernerà tra le qualità di un binomio in cui il cavallo è protagonista all'80%, da uno in cui la ripartizione del merito è più equa?"


intende dire che un ex atleta o un istruttore potrebbe ad esempio valutare non obbiettivamente un binomio come quello descritto da nicola? secondo me (forse perchè appartengo alla categoria delle E - F affrontate con un cavallo assolutamente non da dressage) è proprio in questi casi che il risultato ottenuto andrebbe premiato... allora si incoraggiano pur con le giuste correzioni tutti quei cavalieri che ci mettono del loro e che non fanno gli ippotrasportati in categorie E 100 su cavalli da gran prix!


lunedì 15 maggio 2006, 18:53
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Fidelia, hai usato un esempio più che calzante per dare il giusto significato alle mie parole! Grazie![:D]


lunedì 15 maggio 2006, 19:01
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No cara amica non occorre confondere il premiare con il fare il processo alle intenzioni.

Io come chiunque va in gara voglio sapere obbiettivamente come in quel momento il mio cavallo ed io stiamo lavorando in relazione alle regole del lavoro in piano così come sono note.

Non mi dovrebbe interessare sapere se sono bravo perchè ho migliorato il comportamento del mio cavallo dal giudice. Se sono bravo lo capisco da solo se il giudice al quale ho dato la mia fiducia mi vede meglio sempre in relazioni alle regole del gioco.

Come posso fidarmi di un giudice che si permette di fare delle valutazioni personali in prospettiva, come posso fidarmi dei dati di un giudice che conoscendo il cavallo si azzardi a dirmi quanto sei stato bravo a migliorarlo anche se il cavallo ha fatto di tutto per impedirtelo.

No! sono fermamente convinto che il giudice ideale è quello che non ha memoria, che non ha parenti ne amici, e che non conosce il binomio e si accingere a giudicarlo come se fosse la prima volta.

In quest'ultima frase gli istruttori ecc... sono svantaggiati perchè proprio perchè abituati a vedere il futuro dell'allenamento sono portati a super valutare i miglioramenti anche se piccoli o a penalizzare piglioramenti insufficenti in base alle possibilità del binomio, del cavaliere o del cavallo.

fidelia ha scritto:

Giudice scrive (non uso il quote perchè confonde) : "Un aneddoto, spesso i giudici-istruttori hanno dei grossissimi problemi a giudicare perche.... fanno il processo alle intenzioni, giudicano le aspettative ed i risultati e NON GIUDICANO QUELLO CHE VEDONO IN QUEL MOMENTO"

Nicola scrive: "Ad alto livello il problema non si pone più, ma quando si parla di categorie basse, come può una persona che non si è mai trovata a scontrarsi con le difficoltà pratiche dell'equitare, a comprendere e premiare l'impegno profuso in una E, eseguita con un cavallo che non ha grandi mezzi, ma che il lavoro ha trasformato in un buon soggetto? Come discernerà tra le qualità di un binomio in cui il cavallo è protagonista all'80%, da uno in cui la ripartizione del merito è più equa?"


intende dire che un ex atleta o un istruttore potrebbe ad esempio valutare non obbiettivamente un binomio come quello descritto da nicola? secondo me (forse perchè appartengo alla categoria delle E - F affrontate con un cavallo assolutamente non da dressage) è proprio in questi casi che il risultato ottenuto andrebbe premiato... allora si incoraggiano pur con le giuste correzioni tutti quei cavalieri che ci mettono del loro e che non fanno gli ippotrasportati in categorie E 100 su cavalli da gran prix!

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lunedì 15 maggio 2006, 19:07
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E gli errori madornali che commettono le persone che, per esempio, si fanno un'immagine ideale del movimento del cavallo, magari avendo ben poche nozioni di equimozione ed ippologia, e poi tentano asetticamente di valutare la percentuale di congruenza di ciò che vedono con un ideale colpevolmente inesistente?

Io non voglio alzare i toni del discorso, ma desidero un'obiettività a 360 gradi, e non a 180, come se si dovesse sempre e comunque difendere l'interesse corporativo di una categoria.

Senza offesa.


lunedì 15 maggio 2006, 19:24
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