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 PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference 
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
E' curioso ed interessante notare che la teoria formale dell'apprendimento, su base scientifica, spiega, ma non scopre nulla di nuovo o quasi; si tratta di in inquadramento di cose che ogni bravo addestratore (veramente bravo e talentuoso) ha sempre saputo, da tempo immemorabile, ed è molto interessante leggere i vecchi trattati, da Senofonte in poi, e individuare in essi quanto è stato descritto e spiegato millenni o secoli dopo. Tuttavia, la chiarezza e la semplificazione della analisi scientifica aiuta a capire, e rende più facile imparare anche per chi non ha "il bernoccolo dell'addestratore". Inoltre, rende molto più semplice evidenziare gli errori più comuni, ed evitarli: quegli errori da cui nascono la stragrande maggioranza dei cosiddetti "vizi", di cui il cavallo è quasi sempre incolpevole.

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Sbagliando s'impara: in genere, si impara lo sbaglio.
Qualche mago della logica dice: "Se mi contraddici non puoi aver ragione, perchè se tu avessi ragione io avrei torto, e questo è assolutamente impossibile"


martedì 23 settembre 2008, 9:38
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
alexb ha scritto:
E' curioso ed interessante notare che la teoria formale dell'apprendimento, su base scientifica, spiega, ma non scopre nulla di nuovo o quasi; si tratta di in inquadramento di cose che ogni bravo addestratore (veramente bravo e talentuoso) ha sempre saputo, da tempo immemorabile, ed è molto interessante leggere i vecchi trattati, da Senofonte in poi, e individuare in essi quanto è stato descritto e spiegato millenni o secoli dopo. Tuttavia, la chiarezza e la semplificazione della analisi scientifica aiuta a capire, e rende più facile imparare anche per chi non ha "il bernoccolo dell'addestratore". Inoltre, rende molto più semplice evidenziare gli errori più comuni, ed evitarli: quegli errori da cui nascono la stragrande maggioranza dei cosiddetti "vizi", di cui il cavallo è quasi sempre incolpevole.


In realtà il vero muro da superare è proprio quello di aver voglia di studiare e applicare gli insegnamenti con mente critica, curiosa, aperta e creativa.

Studiando Senofonte, Grisone, L'Hotte, Caprilli e tanti altri, ho tanto appreso, sempre contestualizzando il lavoro dei Grandi Maestri del passato. Dal mio maestro di equitazione di quando ero ragazzo, ho tanto appreso nel lavoro con i puledri. Da una vita tra e con cavalli, ho tanto appreso. Sempre i cavalli sono stati i migliori Maestri. Dall'etologia, quella vera, ho tanto appreso.
Ho tanto appreso per un vero ed unico motivo: poter disapprendere e riapprendere ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno della mia vita.
Quando sentirò di aver appreso tutto quello che c'era da apprendere, allora vorrà dire che sono già diventato carne per vermi, sotto un metro di terra scura.

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Tratto dal manoscritto di Jean Saint-Fort Paillard, medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Londra nel 1948

Il cavallo riunisce in sé bellezza e armonia, potenza e agilità, generosità e dolcezza. Un capolavoro della natura che in ogni tempo ha esercitato sull'uomo un'attrazione straordinaria. Sta a noi cavalieri metterlo in valore sviluppando e utilizzando i suoi doni, ma soprattutto facendo il possibile per non sminuirlo né, ancor meno, avvilirlo.

Così, da un'analisi onesta e abbastanza approfondita condotta senza pregiudizi e al di fuori di ogni idea ricevuta, si ricava una certa concezione dell'equitazione, la sola che sia degna di essere incoraggiata e perpetuata.

Il problema equitazione può allora essere considerato come posto.

Per risolverlo è evidentemente a partire da questa concezione che debbono essere pensati, formulati e messi in pratica i procedimenti ed i metodi appropriati, sia per l'istruzione dei cavalieri, sia per l'addestramento e l'impiego dei cavalli.

In modo complementare è anche alla luce di queste concezioni che dovrebbero essere definitivamente condannate e rigettate tutte le pratiche che, ora che gli uomini non hanno più la scusa della necessità ed è ragionevole che non abbiano più quella dell'ignoranza, sono in buona posizione per disonorare l'equitazione moderna.

Perché, dopo tutto siamo certi di essere usciti dai tempi dell'oscurantismo, dell'empirismo e della crudeltà? Lo siamo veramente?

Nel Medioevo tutta l'arte del cavaliere era scegliere tra innumerevoli morsi, derivati da non si sa quale ingenuo delirio, «quello» che conveniva a questo o quel cavallo. Ma che fanno di diverso tanti cavalieri contemporanei che sembrano cercare la soluzione dei loro problemi soltanto nella scelta e nella combinazione di imboccature e di sistemi di redini altrettanto ingenui e talvolta anche deliranti?

Si dice che certi Romani sospendevano agli anteriori dei loro cavalli piccoli rulli di legno che battevano loro i cannoni ad ogni passo e così ottenevano una specie di passeggio... ma cosa fanno di diverso tutti coloro che, armati di fruste o di bastoni, picchiano sulle gambe dei loro cavalli per ottenere quello che costoro chiamano piaffo?

Quanto alla crudeltà, chi oserebbe dunque affermare che è stata bandita dall'equitazione moderna? Oltre i tormenti che tanti cavalieri continuano a far subire ai loro cavalli con il pretesto di addestrarli, non si sa, non si vede che la violenza e la brutalità sono sempre, ahimè, pratiche troppo correnti? E non è grave che certi colpevoli siano rinomati cavalieri e che essi possano continuare ad appartenere impunemente a quello che dovrebbe essere il gruppo eletto?

E non è penoso che contemporaneamente alcuni continuino a compiacersi della «tradizione», del «valore educativo dell'equitazione» e «dello spirito cavaliere», mentre altri si ostinano a bisticciarsi in nome dei sedicenti «grandi principi» di questa o quella sedicente «scuola»?

Non è tempo di liberarsi dei pregiudizi e delle idee ricevute e di rigettare molti modi di fare che non sono veramente più degni degli uomini istruiti e civilizzati che pensiamo di essere diventati?

Non bisogna infine riconoscere che in ogni tempo l'equitazione è stata per l'uomo una privilegiata occasione di soddisfare il suo istinto congenito di dominio e qui il suo orgoglio o la sua vanità? Per secoli e secoli, finché non si è accorto che poteva applicare la propria intelligenza anche all'equitazione (ciò che non è d'altra parte un fatto molto vecchio e, da questo punto di vista, la gente di cavalli non ha da essere così fiera del suo passato), si è abbandonato unicamente alle sue reazioni istintive non cercando di migliorarne l'efficacia che con procedimenti puramente empirici.

Non bisogna ammettere, poiché è sufficiente osservare se stessi o guardare gli altri per convincersene, che l'utilizzazione irrazionale di cavalli poco o male addestrati tende ad incoraggiare e a sviluppare i caratteri istintivi dell'individuo che, l'abbiamo già sottolineato, non sono i migliori e sono anche il più delle volte cattivi?

Non bisogna anche prendere coscienza che uno degli errori più costanti del cavaliere è di mancare di onestà intellettuale e di rigettare sul cavallo la responsabilità delle difficoltà incontrate per non dover riconoscere, di fronte agli altri e a se stesso, che esse hanno più spesso per origine la sua ignoranza e la sua mancanza di destrezza?

Quando non è abbastanza guidata dall'intelligenza che, unica, permette di controllare e dominare gli istinti, l'equitazione ha sempre formato e forma sempre, ahimè, troppa gente pretenziosa e brutale. Sarebbe questa una tradizione da perpetuare?

Per secoli la pratica è stata assolutamente predominante, producendo talvolta teorie che, non essendo state passate al setaccio della ragione, non avevano quasi come scopo che di tentare di giustificare la pratica, a posteriori.

Ma il buon senso insegna che la teoria deve al contrario precedere la pratica la quale permette successivamente di verificare sperimentalmente il buon fondamento della teoria ed, eventualmente, di farne scoprire le insufficienze o gli errori.

Un filosofo ha detto: «Se non si vive come si pensa si finisce per pensare come si vive».

Propongo alla meditazione del lettore-cavaliere la parafrasi equestre di questa formula: «Se non si monta a cavallo come si pensa che bisogna montare, si finisce per pensare che bisogna montare come si fa».


mercoledì 24 settembre 2008, 8:52
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
Fantastica citazione: grazie, non la conoscevo affatto, anche se confusamente ci si arriva, a simili considerazioni e conclusioni, se si segue il suggerimento di HC: "usa la tu cabeza". :roll:

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mercoledì 24 settembre 2008, 9:25
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
bisognerebbe leggerlo tutto: capire l'equitazione - di paillard - allemandi editore
aggiungerei che con parole leggermente diverse sono gli stessi sentimenti che ho trovato nell'opera di baucher, ma almeno lui ha dato anche indicazioni pratiche : Thumbup :

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non ci sono piu' le mezze fermate di una volta


mercoledì 24 settembre 2008, 9:46
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
nabumax ha scritto:
bisognerebbe leggerlo tutto: capire l'equitazione - di paillard - allemandi editore
aggiungerei che con parole leggermente diverse sono gli stessi sentimenti che ho trovato nell'opera di baucher, ma almeno lui ha dato anche indicazioni pratiche : Thumbup :


Non solo leggerlo tutto, ma studiarlo tutto...affinché ogni indicazione pratica non sia assunta e applicata sterilmente, ma che diventi una propria autentica, flessibile e situazionale indicazione pratica : Thumbup :

Dello stesso testo "Capire l'Equitazione", utile leggere e approfondire gli interventi di D'Orgeix, Steinkraus, Checcoli e la postfazione di Paolo Angioni, oltre ai riferimenti a L'Hotte, Decarpentry e Hontag, sparsi in tutto il testo.

Ciao!
Francesco


mercoledì 24 settembre 2008, 10:39
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
Allegato:
f_41.jpg
f_41.jpg [ 55.71 KiB | Osservato 498 volte ]


Lontana dall’essere un problema di pura tecnica, l’equitazione è essenzialmente un binomio (fatto di sentimento e razionalità, sensazioni e logica, volontà e talento) in cui il cavaliere è testa pensante e il cavallo è atleta e amico: una pratica semplice, dove l’essenza è individuata, al di sopra di ogni regola, non già nella sottomissione dell’animale, ma nella stretta collaborazione tra uomo e cavallo. Questo volume di Jean Saint-Fort Paillard (olimpionico ai Giochi di Londra del 1948), con illustrazioni di Pierre Chambry, ripensa questa disciplina, ripartendo da zero e dimenticando per un momento la tradizione e le eredità. L’intenzione non è di proporre un metodo che conduca rapidamente a nuovi risultati, quanto piuttosto una «comprensione dell’equitazione» per giungere alle radici profonde di questa disciplina, che non è sport né arte, ma entrambe le cose.

In copertina:
Aberali, p.s.i. gr. nato in Inghilterra nel 1955. Montato da Stefano Angioni, Lucerna 1966, Campionato Europeo di Salto Ostacoli.
Le redini sono allacciate a una normale capezzina di testiera di filetto.
Il cavallo non ha morso in bocca.
Foto O. Cornaz


mercoledì 24 settembre 2008, 11:37
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/dq9z3dJRE4A&hl=en&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/dq9z3dJRE4A&hl=en&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>

"Il cavallo non ha morso in bocca.

A volte no a volte si...nel video: - si.

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mercoledì 24 settembre 2008, 14:54
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference

Link al filmato

Wildcat: qui per far apparire un filmato youtube, copia il URL e ficcalo dentro due tag youtube, il codice per il tuo video è codesto:

Codice:
[youtube]http://it.youtube.com/watch?v=dq9z3dJRE4A[/youtube]


Inoltre: nel video c'è Aberali, ma non è montato da Angioni, ma da una ragazza, come dice la didascalia associata al video.

Cita:
This a clip from the movie "the horse in a gray flannel suit" in italian "il cavallo in doppio petto". The horse is Aberali, a thoroughbred rode by Col. Stefano Angioni in some of the most important showjumping competition of the sixties, after he continued his career under the saddle of Kathy Kusner (USA). Here is rode (very well) by Kathy.


Inoltre, che il cavallo "senta" l'imboccatura si vede molto bene da come solleva la testa e scompone l'incollatura quando l'amazzone lo rallenta fra un salto e l'altro. Ci fosse un video comparativo di Aberali montato da Angioni senza imboccatura, sarebbe molto interessante fare il paragone.

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mercoledì 24 settembre 2008, 15:31
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
Magia !!! :shock:

Allora ??

Qual'è il problema ??

Trattasi di completezza dell'informazione. :shock:

Ho semplicemente evidenziato che Aberaali era montato anche con l'imboccatura...un fatto: - pari pari al fatto che Angioni lo montava usando la capezzina: - punto.

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mercoledì 24 settembre 2008, 22:10
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
Ammettere una piccola gaffe no, eh? : specchio :

:lol: :lol: :lol:

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giovedì 25 settembre 2008, 11:07
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
Gaffe ??

Aberali - credo - sia l'unico cavallo di rango, cavallo vincente su ostacoli grossi, condotto colla capezza, è diventato un'icona baitless.

Nella realtà ho dimostrato che: - non sempre era condotto senza imboccatura, non tutti potevano condurlo senza imboccaura...ci riusciva Angioni; chi di voi l'ha visto montare ??

Un "pazzo scatenato", un coraggio, una determinazione ed una sicurezza che rasentavano l'incoscienza: uno spettacolo da vedere :wowo!!: a Palermo (primi anni 70) vinse il suo peso in bottiglie di Moet-Chandon, era già "maturo" ma montava ancora "come un Dio", sto parlando di Stefano Angioni naturalmente.

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giovedì 25 settembre 2008, 14:36
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
Ok ok...
... ma forse è meglio parlare dei concetti, citati dal libro, ed in particolare mi pare interessante quell'invito a cercare la collaborazione più che la sottomissione. E questa affermazione non sembra provenire da un lallista; e noterei che è anche quasi contemporanea alle riflessioni della psicologa umana ed equina Moyra Williams. Ma forse un'equitazione in cui l'essenza non sta nella sottomissione non è vera equitazione? O forse questa frase non esclude la sottomissione, ma semplicemente la prevede come elemento non essenziale?

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giovedì 25 settembre 2008, 16:54
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
Beh, visto che pero', invece, questo post serviva a parlare della Conferenza... a me interessava sapere qualcosa riguardo a questo argomento:

Cita:
David J Marlin, John McEwen, Frits Sluyter: The horse-human dyad: Welfare in endurance racing


Ovviamente, per "qualcosa" mi riferivo a quello che e' stato detto durante la conferenza... :roll:


venerdì 26 settembre 2008, 11:15
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
Qualcosa - forse - ti sarà elargito, per approfondire bisognerà pagare...scommettiamo ??

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venerdì 26 settembre 2008, 13:50
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Messaggio Re: PROG e FDBK 4th International Equitation Science Conference
wildcat ha scritto:
Qualcosa - forse - ti sarà elargito, per approfondire bisognerà pagare...scommettiamo ??


No comment.

Quando si parla senza conoscere le persone e le competenze espresse, forse la cosa più saggia è restare in silenzio.

Per Ari, se vuoi saperne di più sono 20.000 euro/ora per argomento che posto.

Buon lavoro, buon divertimento e buona vita a tutti.

Francesco


venerdì 26 settembre 2008, 15:14
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