bhe ha appena fatto il corso questo non penso gli insegnino cavolate

Ho visto che la FISE organizza i corsi abilitanti al traspoprto cavalli, ho scorso i ducumenti riportati sul sito, e ho trovato i documenti originali europei da cui nasce l'iniziativa.

Quello che non mi è chiaro (anzi, mi pare chiaro ma viene invece reso confuso dai documenti pubblicati sul sito Fise) è il campo di applicazione del regolamento.

Consultando il sito: http://europa.eu/scadplus/leg/it/lvb/f83007.htm

trovo il comma 5 dell'articolo 1 che dice:

5. Il presente regolamento non si applica al trasporto di animali che non sia in relazione con un'attività economica e al trasporto di animali direttamente verso cliniche o gabinetti veterinari, o in provenienza dagli stessi, in base al parere di un veterinario.

Ora, siccome è evidente che il trasporto del proprio cavallo (o del cavallo del coniuge, o di un parente, e perchè no, di un amico) non ha relazione con un'attività economica, io interpreto il comma 5 in modo letterale: il regolamento non si applica, nè in tutto, nè in parte; semplicemente non riguarda affatto tale caso, e in relazione a tale caso è esattamente come se non esistesse.

Tuttavia da parte della FISE non ho sentito una chiara parola in questo senso.

La FISE Friuli Venezia Giulia cosa pensa al proposito? Gradirei una risposta ufficiale, perchè la cosa interessa anche ai membri di un forum equestre molto frequentato, nel quale è in corso una discussione su questo argomento.

Cordiali saluti

[color=#FF0000]Al momento, nessuna risposta.[/color]
Ho inoltrato la mail alla segreteria FISE regionale (prima l'avevo inviata a un delegato in particolare), attendo pazientemente.

Egregio Sig. Brollo Alex
Le rispondo alla sua email riguardo i corsi da noi tenuti presso il Comitato Regionale FVG non obbligatori ma frequentati e eseguiti da 165 persone non trasportatori professionisti ma semplici cavalieri- amazzoni e genitori di allievi (gente di cavalli).Il principio del CR FVG era quello di informare i frequentatori del corso "Conducenti e Guardiani di Equidi"su come si effettua un trasporto ai rischi sanzioni ecc.ecc.e di adeguarci a quello che la Slovenia ed Austria hanno già adottato da due anni.Le invio per conoscenza il decreto legislativo 151/07 sucessivo alla legge 1/2005 e una circolare FISE LAZIO emanata il 10 gennaio 2008.Distinti saluti G""""" S""""" CD FISE FVG

La ringrazio della cortese risposta, ma non ho ben capito, dalla lettura dei documenti, se sia stato chiarito o meno il fatto che il regolamento non si applica ai trasporti " che non siano in relazione con un'attività economica", e come sia chiaramente definito il concetto "che non siano in relazione con un'attività economica".

Le segnalo che questo dubbio è fortemente radicato, e che cavalieri che hanno già partecipato ai corsi formativi non hanno saputo fornire una risposta univoca.

E' ovvio che la cosa è di importanza essenziale, perchè se il regolamento, come sembrerebbe dalla norma europea, semplicemente non si applica al tipico trasporto effettuato da un amatore, non vi è nemmeno alcun rischio di veder applicate le pesantissime sanzioni nè vi è alcuna necessità di adempiere alle pesanti formalità burocratiche previste.

infatti il dubbio sta proprio a chi dovrà applicare la legge visto che siamo in italia....... Distinti Saluti G. S""""""

Ho inviato alla delegazione FISE Friuli Venezia Giulia un quesito riguardo al campo di applicazione del regolamento CEE 1/2005, del quale leggo sul sito FISE nazionale:




Il problema è che tale affermazione, ed in particolare la frase "Come previsto dalla legislazione nazionale ed europea, tale certificazione è obbligatoria per chiunque trasporti cavalli con van o trailer, per conto proprio o di terzi" non sembra accordarsi con quanto previsto dal comma 5 dell'articolo 1 del Regolamento CEE 1/2005, che recita:




La stessa cosa si evince dal documento di sintesi del regolamento, pubblicato sul sito della comunità europea:




Pare quindi evidente che l'intenzione del legislatore europeo è quello di escludere completamente dal regolamento i trasporti amatoriali non in relazione con un'attività economica, in completo contrasto con quanto scritto nel sito FISE e con quanto informalmente suggerito in sede locale e perfino negli stessi corsi.

Ritengo molto importante chiarire questo equivoco, che, se condiviso da funzionari a cui competono i controlli, potrebbe indurre a sanzioni molto pesanti, evitabili solo con lunghe e costose pratiche di ricorso amministrativo. Ritengo inoltre utile che la FISE, nell'interesse dei suoi affiliati, chiarisca che l'onere della prova che il trasporto è in relazione ad un'attività economica spetta ai funzionari incaricati, e non deve essere affatto sostenuto da chi esegue il trasporto del cavallo proprio, di familiari o di amici, a solo scopo sportivo o ludico.

Come potrei dimostrare di non praticare l'attività di tassista abusivo nel caso che un funzionario mi accusasse di tale violazione, per il solo fatto che dò un passaggio a un amico?

In attesa di riscontro, informo che questo testo viene anche pubblicato su forum web interessati all'argomento, dove verrà anche pubblicata la cortese risposta.

Distinti saluti

Questo messaggio (ed ogni eventuale allegato) è riservato ad esclusivo utilizzo del destinatario in indirizzo e potrebbe essere tutelato dal segreto professionale. Ogni documento ad esso allegato è di proprietà del mittente e non potrà essere ritrasmesso in forma modificata senza il nostro preventivo consenso.

Ringrazio della cortese risposta, che chiarisce la natura dei dubbi interpretativi e documenta gli sforzi per risolverli.
Suggerirei che un sunto del messaggio sia pubblicato sul sito FISE, proprio per dare ai tesserati la consapevolezza degli sforzi in corso. Presuppongo - viste testimonianze informali di altri cavalieri, riguardanti l'applicazione della stessa direttiva in altri stati - che gli uffici competenti dell'Unione Europea, pur ribadendo la facoltà di applicare il regolamento con una certa elasticità nei singoli Stati dell'Unione, chiariscono meglio il significato dell'oscura espressione "attività economica", e spero anche che lo Stato italiano non voglia usare tale elasticità per estendere eccessivamente il campo di applicazione del Regolamento, distogliendo i Servizi Veterinari dal compito di vigilanza sui trasporti commerciali, gravemente ostacolato dall'apertura del confine di Gorizia con la Slovenia.

Tenuto conto della nota a fine mail:

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chiedo cortesemente formalmente il consenso alla diffusione via mail della risposta e degli allegati, e alla loro pubblicazione integrale sul web.

Cordiali saluti